FEBBRAIO 2013/ Un’"ombra" americana sulle elezioni italiane
lunedì 7
gennaio 2013
Pochi
commentatori economici del nostro Paese hanno analizzato l’impatto sull’Europa
e sull’Italia dell’accordo raggiunto tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013
tra Casa Bianca e Congresso. The Economist in edicola dal 4 gennaio ha
parlato di “pateracchio all’europea”, poiché mette pezze qua e là ai conti
degli Stati Uniti ma non ne affronta i problemi strutturali - proprio come
fanno da anni i Ministri europei alla guida dell’eurozona. Più utile il saggio
pubblicato il 5 gennaio da Matt Welch sul periodico della Reason Foundation,
una fondazione apartitica ma di impronta libertaria. Il saggio chiama il giorno
in cui è stato concluso l’accordo il Fiscal Irresponsibility Day e
sostiene che “Washington si arrabatta su intese tutte dirette a nascondere la
realtà”.
Il saggio contiene alcuni dati quantitativi (da
fare accapponare la pelle) sui rischi di breve periodo: non raggiunto un
accordo su una strategia diretta a ridurre la spesa e il debito pubblico nei
giorni scorsi, cosa assicura che ci si arriverà nelle prossime settimane? E se,
come è probabile, non lo si raggiunge, cosà avverrà ai mercati finanziari e
all’economia reale?
Secondo Matt Welch, è verosimile un crollo di
Wall Street a fronte della probabilità dell’insolvenza degli Stati Uniti sul
proprio debito sovrano e del probabile mutamento di indirizzo della Cina e di
alcuni Stati petroliferi che sinora con partite finanziarie (in gran misura
acquisto di titoli del Tesoro Usa) hanno permesso a Washington di “trascurare”
un disavanzo dei conti con l’estero di 500 miliardi di dollari l’anno.
Welch è, ovviamente, opinionated, ossia,
nonostante non appartenga a uno schieramento partitico ben definito, ha una
forte matrice libertaria. Di conseguenza, il suo saggio propone una strategia
drastica di riduzione della spesa e liberalizzazione dell’economia per fare sì
che gli Usa tornino a essere la locomotiva mondiale. In quest’ottica, sostiene
che il Congresso non dovrebbe autorizzare un
aumento del debito e dell’indebitamento: si arriverebbe al momento della
verità.
Quando si verificherebbe tale momento?
C’è una data precisa su cui occorre, anche a casa nostra, focalizzarsi: il 28
febbraio - quando in Italia si avranno i risultati delle elezioni. In mancanza
di un accordo solido e di lungo periodo, il primo marzo entrerebbero
automaticamente in vigori tagli drastici di spesa, specialmente a quella
militare. Non solo: il primo settembre, quando in Italia si dovrà cominciare a
preparare la Legge di stabilità per il 2014, verrebbero
automaticamente sospesi i sussidi al settore lattiero-caseario, una delle lobby
meglio organizzate e più rumorose degli Stati Uniti. Infine, il primo gennaio
2014 verrebbero a terminare numerosi “incentivi” (leggi “aiuti”) al
manifatturiero (specie ai produttori di auto - che se ne pensa a Torino, oltre
che a Detroit?).
Pochi si sono soffermati su questi aspetti specifici
dell’accordo di Capodanno: sono norme di legge che l’Esecutivo ha dovuto
ingoiare per portare a casa otto settimane in più per giungere a una strategia
penalizzante proprio nei confronti di chi ha portato Obama a essere per la
seconda volta l’inquilino della Casa Bianca.
L’economia Usa ora avanza a un tasso del 2% l’anno. Se
questo scenario si verifica potrebbe scivolare a crescita zero o anche
sottozero entro la primavera avanzata. Attenzione: l’area a rischio non è
l’export italiano negli Usa (24 miliardi di euro su 360 in totale), concentrato
in pelletteria e gioielleria. Ma l’ondata di tensioni finanziarie che dagli
Stati Uniti si riverserà nel mondo proprio mentre in Italia, anche nell’ipotesi
che le elezioni parlamentari diano risultati chiari su possibili strutture di
Governo, si sarà alle prese con le elezioni di Presidenti di Camera e Senato,
di Presidenti delle Commissioni, nonché con le trattative per l’elezione del
Capo dello Stato - non nella situazione migliore per assumere decisioni spedite
e ben ponderate.
Non sono prospettive allegre. Mi si accuserà di essere
una Cassandra. Omero documenta che la principessa troiana aveva ragione.
© Riproduzione Riservata.
Nessun commento:
Posta un commento