Mozart, Verdi e Bartok fra le nevi
02 - 01 - 2013Giuseppe Pennisi
Il Capodanno più originale lo hanno fatto coloro che si sono recati, anche
solo per pochi giorni, a Erl nel Tirolo. Erl è una cittadina di 1500 abitanti
in posizione strategica, 80 km da Monaco e 75 da Salisburgo in quel limbo delle
Alpi bavaresi che costeggiando il fiume Inn è territorio austriaco, contornato
dalla Repubblica Federale. Da secoli è nota, agli appassionati di sacre
rappresentazioni, perché dal 1613 ogni sei anni tutta la popolazione partecipa
ad una messa in scena della Passione che viene replicata diverse sere. A questo
fine, negli anni sessanta è stata costruita un’elegante struttura di 1500
posti, la Passionspielhaus. Da circa tre lustri, negli anni in cui non è in
scena la sacra rappresentazione, quel diavolo di Gustav Kuhn vi organizza un
Festival di musica lirica e sinfonica. Ha iniziato con i suoi allieva
dell’Accademia di Montegral, nel Convento dell’Angelo appollaiato in una
collina della Garfagnana sovrastante Lucca da lui affittato a vita dai Padri
Passionisti.Kuhn, austriaco (è nato a Salisburgo) ma con una carriera molto italiana (è stato direttore artistico del Teatro dell’Opera di Roma, del San Carlo di Napoli e dello Sferisterio di Macerata) è stato testardo tanto quanto Richard Wagner (della cui nascita ricorre il centenario nel 2013). Tanto ha insistito che è riuscito a farsi costruire un teatro tutto suo, secondo le sue specifiche tecniche: una meraviglia architettonica ed acustica per 800 persone in modo da poter avere un festival anche l’inverno e quando la Passionspielhau .Sono bastati due anni per i lavori. Roba da fare piangere in un’Italia dove il restauro del Teatro Massimo di Palermo ha richiesto 22 anni e quelli della Scala e della Fenice circa dieci anni. Il nuovo teatro, una struttura plurifunzionale adatto per la lirica, la prosa , la sinfonica e la cameristica ed è stato inaugurato il 26 dicembre, in occasione della Festa di Santo Stefano, patrono dell’Austria.
Una inaugurazione in gran pompa a cui era presente il Gotha della musica, della cultura, della politica e della finanza di mezza Europa. La costruzione del magnifico e modernissimo edificio è stata finanziata interamente da enti locali e soprattutto da sponsor privati. La stagione inaugurale prevede due opere (‘Le Nozze di Figaro’ e ‘Nabucco’) e molti concerti. La serata del 26 dicembre è stata aperta da un’opera in un atto: ‘Il Castello del Duca Barbablu ’ di Béla Bartók, diretta da Kuhn, il quale , nella seconda parte, ha passato la bacchetta a sei giovani maestri concertatori addestrati in gran misura all’Accademia di Montegral nei pressi di Lucca.Una sorpresa il finale della serata inaugurale: fuochi d’artificio nel bel paesaggio alpino in piena sincronia con l’orchestra alle prese con “Music for the Royal Fireworks”. (Musica per i Fuochi d’Artificio per il Re) di Georg F. Händel.
La serata inaugurale Kuhn ha ceduto la bacchetta a sei giovani direttori d’orchestra del suo vivaio in Garfagnana per la parte sinfonica per riprenderla per l’atto unico di Béla Bartók, una dei capolavori del ‘Novecento Storico’ di cui ha curato pure la regia; un dramma denso e teso in cui la donna è protagonista e dopo una dura contesa psicologica sconfigge Barablù.
Altre due opere (e molta sinfonica) hanno allietato il festival: “Le Nozze di Figaro” di Mozart e “Nabucco” di Verdi. Il primo è in costumi moderni (lo spirito de ‘Le Nozze’ è valido oggi tanto quanto ieri: vittoria di contessa e cameriera su un conte che vuole dormire nel letto che non gli è proprio). Kuhn, regista oltre che direttore musicale, aveva già proposto a Macerata un “Nozze” ambientato nei perbenisti ma peccaminosi Anni Cinquanta. Si alternano due cast: uno prevalentemente austriaco ed uno principalmente italiano. Più tradizionale “Nabucco” (affidato alla regia di Andreas Leisner) : scena unica semplicissima e costumi ieratici. Cast di giovani cantanti austriaci ed italiani.
Sempre affascinante uscire dal teatro circondati da Alpi bavaresi innevate.
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