Henze e la musica del Ventunesimo secolo
08 - 01 - 2013Giuseppe Pennisi
Una riflessione in occasione dell'anniversario della morte di Hans Werner Henze, compositore tedesco che ha scelto l’Italia (una bella villa nei pressi di Albano) come sua Patria di elezione
Una riflessione in occasione dell’anniversario della morte di Hans Werner Henze, compositore tedesco che ha scelto l’Italia (una bella villa nei pressi di Albano) come sua Patria di elezione. Alle sue opere è dedicato il capitolo centrale di “Opera in the 20th century” di Ethan Modden- uno dei testi più letti nel mondo anglosassone. Paolo Isotta ha scritto che Henze è il maggior compositore operistico vivente. Henze è uno dei rarissimi musicisti a cui è stato conferito “Il Premio Imperiale”, il Nobel giapponese. Autore prolifico, a metà degli Anni Cinquanta avvenne una vera e propria battaglia a Roma (con spettatori che che vennero alle mani, alla “prima” di “Boulevard Solitude” (basato sul romanzo dell’Abbate Prévost relativo a Manon e al Cavaliere Des Grieux” già fonte d’ispirazione d’Aubert, Massenet e Puccini).Talento precocissimo, Henze è stato protagonista della scena musicale mondiale dalla metà del Novecento al primo decennio di questo millennio. Inizia a comporre a 12 anni: il suo Kammerkonzert per pianoforte, flauto e archi del 1946, viene subito eseguita con successo. Dopo aver scritto opere molto diverse fra loro per genere e stile, tra cui si a Boulevard Solitude, e dopo aver collaborato con il Deutsches Theater di Costanza (1948) e con il Ballet du Staatstheater Wiesbaden (1950-53),si trasferisce definitivamente in Italia dove compone le due opere – König Hirsch (1956) e Der Prinz von Homburg da Kleist, i tre atti del balletto Undine e l’opera Elegy for Young Lovers (1961) su libretto di Auden; le cantate Kammermusik (1958) e Cantata della fiaba estrema (1963). Nel 1966 sempre su libretto di Auden, Henze compone Die Bassariden concepita come una sinfonia in quattro movimenti. Di questo periodo è anche l’opera comica Der Junge Lord, a cui segue un altro capolavoro, il Secondo Concerto per pianoforte (1967). Una visita a Cuba (1969-70) lascia un’impronta politico-sociale nei lavori di quegli anni: El Cimarrón (1970) e We Come to the River (1976). Sono anche gli anni in cui fonda il Cantiere d’Arte di Montepulciano, che considererà “uno dei miei pochi successi politici”, per cui scrive Pollicino, un’opera per bambini, forse il suo lavoro più eseguito in Italia. Contemporaneamente sviluppa la ricerca di una ricchezza espressiva anche nel linguaggio orchestrale con Heliogabalus imperator (1972), Tristan (1974), Aria de la folía española (1977), reinterpretando spesso antichi modelli musicali. Degli anni più recenti ricordiamo The English Cat del 1983. e nel 2003, su commissione del Festival di Salisburgo, Upupa che ha approdato sulle scene di tutto il mondo (tranne quelle italiane), e Paolo Isotta considera come l’opera migliore in assoluto a cavallo tra il XX ed il XXI secolo, nonché , Opfergan (Immolazione), tratta da un poemetto di Franz Werl (grande amico di Kafka), in cui un cane bianco (il tenore Ian Bostridge), smarrito dai suoi padroni, viene ucciso da un uomo violento in fuga (il basso John Tomilson) e braccato da quattro poliziotti. Infine Phaedra messa in scena Berlino Phaedra nel 2007 e, ripresa a Bruxelles, Francoforte Vienna e Firenze.Dualità e simmetrie sono la caratteristica del lavoro; la strumentazione, è concepita in funzione drammaturgica e articolata sui due grandi blocchi degli ottoni – la regalità del mondo di Fedra – e dei legni – il colore dei boschi nei quali caccia Ippolito – cui si aggiunge un contributo delle percussioni con la loro tinta d’ arcaico. Attraverso questi elementi, Henze sembra dare un significato all’utopia dell’esistenza Soprattutto, Henze ha portato la musica dodecafonica al grande pubblico combinandola (grazie ad un eclettismo inconfondibile ) con la musica cromatica e diatonica tradizionale.
Nessun commento:
Posta un commento