InScena
A Palermo la maratona del Nibelungo
di Giuseppe Pennisi
Per
celebrare il bicentenario della nascita di Wagner, il Teatro Massimo di Palermo
ha iniziato un'operazione temeraria: un nuovo allestimento dell'Anello del
Nibelungo (un prologo e tre giornate, ossia quattro opere per un totale di 15
ore di musica) da inscenare in un'unica stagione (non su tre o quattro come
hanno fatto altri teatri italiani, Teatro alla Scala compreso).
L'intera operazione è affidata a Graham
Vick (regia), Richard Hudson (scene e costumi) e a Pietari Inkinen (direzione
musicale), nonché a interpreti specialisti di musikdrama. Il prologo (L'Oro del
Reno in scena fino al 31 gennaio) è un atto unico di due ore e mezzo in cui le
divinità della mitologia germanica combattono fra loro (con tradimenti di ogni
genere) per impossessarsi dell'anello che dà il potere sull'universo. Vick e
Hudson ambientano l'intreccio al giorno d'oggi, dando un tono di commedia
buffonesca, un po' sexy e senza trascendenza: gli dei germanici, assetati non
solo di potere si imbrogliano l'un l'altro. Interpretazione divertente ma
discutibile, da vedere come evolverà in seguito, quando diventeranno centrali
la transizione da politeismo a monoteismo e il senso del sacrificio. Promettente
il giovane concertatore Pietari Inkinen. Mediamente buono il cast. Il
protagonista, Frans Hawlata, alla prima è parso stanco e non in buona serata.
(riproduzione riservata)
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