Maggio Fiorentino, una via tutta in salita
DI GIUSEPPE PENNISI L a riunione ieri tra i sindacati con il Commissario straordinario Francesco Bianchi ha fatto temere il peggio: la sospensione del Maggio Musicale Fiorentino e la possibile messa in liquidazione della fondazione lirica. Ma se la stagione partirà regolarmente domani con Don Carlo (tutto esaurito, sarà presente il neoministro dei Beni Culturali e del Turismo Massimo Bray) l’azienda, quasi priva di patrimonio e con un forte disavanzo d’esercizio (5 milioni di euro su un bilancio di 23), rischia davvero di chiudere i battenti.
Indubbiamente, i conti mostrano che è necessaria una profonda riorganizzazione aziendale. Francesco Bianchi ha individuato aree (specialmente nel comparto amministrativo) dove si possono effettuare economie senza incidere sui risultati artistici. Le novità emerse dall’incontro di ieri sono un vincolo di bilancio pari a 15 milioni di euro annui per il costo del personale a tempo indeterminato (a oggi composto da 346 lavoratori) e alcuni cambiamenti nello staff dirigenziale, sia nelle persone – il coordinatore artistico Alberto Triola diventa direttore generale – sia nei costi, con un risparmio che, secondo i rappresentanti sindacali, sarebbe del 20% su 1,4 milioni di spesa.
È essenziale comunque aumentare la produzione perché i teatri del Maggio lavorino tutte le sere o quasi, invece di una sessantina di alzate di sipario l’anno per lirica e balletto (rispetto a una media dell’Unione Europea a 15 di 150 e di una dell’Ue a 27 di oltre 200). È una sfida non semplice perché vuol dire (come ha fatto, ad esempio, La Fenice) andare a una programmazione di semi-repertorio in cui diversi titoli vengono ripresi ogni anno, effettuare una forte azione di marketing per interessare spettatori italiani e stranieri, co-produrre con altri teatri in patria e all’estero. È una sfida che può implicare ulteriori riduzioni di personale (ci sono già 54 vertenze) indubbiamente dolorose ma meno gravi di una liquidazione. È una sfida che può essere affrontata unicamente in un quadro complessivo coordinando le attività del Maggio con le altre iniziative di Firenze città d’arte e con un comparto turistico- alberghiero più competitivo tale da attirare turismo musicale. Durante il festival estivo a Salisburgo si alloggia e ci si ristora a prezzi molto più bassi che a Firenze mentre a Venezia il rilancio de La Fenice non solo ha comportato riduzioni di costi ma anche accordi con il settore della ricezione turistica.
Resta da chiedersi se una città di 360mila abitanti possa sostenere i tre teatri che appartengono alla fondazione (il Nuovo, il Comunale e il Goldoni) e altri due (La Pergola e il Verdi) dove pure si fanno opere e concerti. Ci si è messi su una strada impervia quando si è deciso di realizzare il Nuovo Teatro (incompleto e a costi maggiori delle stime iniziali) senza avere una destinazione alternativa per il Comunale. «Insieme con tutta la città – ha commentato ieri sera il sindaco Renzi – cercheremo di risolvere i problemi del Maggio musicale fiorentino».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’analisi della situazione economica della fondazione lirica, quasi priva di patrimonio, evidenzia il serio rischio di chiusura. Ieri l’incontro di Commissario e sindacati
DI GIUSEPPE PENNISI L a riunione ieri tra i sindacati con il Commissario straordinario Francesco Bianchi ha fatto temere il peggio: la sospensione del Maggio Musicale Fiorentino e la possibile messa in liquidazione della fondazione lirica. Ma se la stagione partirà regolarmente domani con Don Carlo (tutto esaurito, sarà presente il neoministro dei Beni Culturali e del Turismo Massimo Bray) l’azienda, quasi priva di patrimonio e con un forte disavanzo d’esercizio (5 milioni di euro su un bilancio di 23), rischia davvero di chiudere i battenti.
Indubbiamente, i conti mostrano che è necessaria una profonda riorganizzazione aziendale. Francesco Bianchi ha individuato aree (specialmente nel comparto amministrativo) dove si possono effettuare economie senza incidere sui risultati artistici. Le novità emerse dall’incontro di ieri sono un vincolo di bilancio pari a 15 milioni di euro annui per il costo del personale a tempo indeterminato (a oggi composto da 346 lavoratori) e alcuni cambiamenti nello staff dirigenziale, sia nelle persone – il coordinatore artistico Alberto Triola diventa direttore generale – sia nei costi, con un risparmio che, secondo i rappresentanti sindacali, sarebbe del 20% su 1,4 milioni di spesa.
È essenziale comunque aumentare la produzione perché i teatri del Maggio lavorino tutte le sere o quasi, invece di una sessantina di alzate di sipario l’anno per lirica e balletto (rispetto a una media dell’Unione Europea a 15 di 150 e di una dell’Ue a 27 di oltre 200). È una sfida non semplice perché vuol dire (come ha fatto, ad esempio, La Fenice) andare a una programmazione di semi-repertorio in cui diversi titoli vengono ripresi ogni anno, effettuare una forte azione di marketing per interessare spettatori italiani e stranieri, co-produrre con altri teatri in patria e all’estero. È una sfida che può implicare ulteriori riduzioni di personale (ci sono già 54 vertenze) indubbiamente dolorose ma meno gravi di una liquidazione. È una sfida che può essere affrontata unicamente in un quadro complessivo coordinando le attività del Maggio con le altre iniziative di Firenze città d’arte e con un comparto turistico- alberghiero più competitivo tale da attirare turismo musicale. Durante il festival estivo a Salisburgo si alloggia e ci si ristora a prezzi molto più bassi che a Firenze mentre a Venezia il rilancio de La Fenice non solo ha comportato riduzioni di costi ma anche accordi con il settore della ricezione turistica.
Resta da chiedersi se una città di 360mila abitanti possa sostenere i tre teatri che appartengono alla fondazione (il Nuovo, il Comunale e il Goldoni) e altri due (La Pergola e il Verdi) dove pure si fanno opere e concerti. Ci si è messi su una strada impervia quando si è deciso di realizzare il Nuovo Teatro (incompleto e a costi maggiori delle stime iniziali) senza avere una destinazione alternativa per il Comunale. «Insieme con tutta la città – ha commentato ieri sera il sindaco Renzi – cercheremo di risolvere i problemi del Maggio musicale fiorentino».
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L’analisi della situazione economica della fondazione lirica, quasi priva di patrimonio, evidenzia il serio rischio di chiusura. Ieri l’incontro di Commissario e sindacati
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