Il viaggio di Clelia per i 250
del Comunale
di Giuseppe
Pennisi
Celebrazioni
in grande stile per i 250 anni del Comunale di Bologna, teatro di grande
tradizione e la cui architettura (dei Bibbiena) segnò una svolta non solo in
Italia ma in Europa. Sono previsti un convegno sul futuro della lirica, la
ripresa dell'opera inaugurale, ossia Il Trionfo di Clelia di Gluck, in scena
fino al 22 maggio e un gala il 18 maggio per il conferimento degli Oscar
internazionali dell'opera.
Difficile dire se per Il Trionfo di Clelia, che in questa edizione si vede
e ascolta anche a Atene e Londra, si apra un nuovo sentiero. Il lavoro è
sicuramente interessante dal punto di vista musicologico poiché precede di poco
la riforma di Gluck che, introducendo il dramma in musica, aprì la strada a
Mozart. Il regista e scenografo inglese Nigel Lowery prende spunto dal testo
metastasiano, ossia da una vicenda di amori ed eroismi nella Roma sotto il
giogo etrusco, per farne una parodia dadaista di un'opera seria. Una scelta
registica innovativa ma assai controversa. Di livello gli aspetti musicali
affidati a Giuseppe Sigismondi De Risio, in particolare la decisione di
rispettare la vocalità originale con controtenori e soprani in parti scritte
per castrati (in un'edizione precedente i registri erano stati abbassati di un
paio di ottave per dare i ruoli a tenori e baritoni). Nel giovane cast spicca
Maria Grazia Schiavo alle prese con una scrittura impervia. Interessante
l'orchestrazione, più ricca di quanto sia consueto in opere dell'epoca.
Nonostante questi pregi, è arduo prevedere un nuovo viaggio di Clelia nei
cartelloni. (riproduzione riservata)
Nessun commento:
Posta un commento