domenica 5 maggio 2013

L'evento della settimana: 'Rienzi' a Roma in Quotidiano Arte 6 maggio

lunedì 6 maggio 2013
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Teatro dell'Opera, 9 maggio, ore 19.00
L'evento della settimana: 'Rienzi' a Roma
Giuseppe Pennisi
Un vero evento è la presentazione a Roma il 9 maggio alle 19, per la prima volta in versione originale (e non nella pessima traduzione di Arrigo Boito) di "Rienzi, l’ultimo dei tribuni" di Richard Wagner.
Non solamente è, credo, la seconda volta che viene rappresentata a Roma: la prima fu nel lontano 1969 in un’edizione non solo ridotta ma in cui il ruolo di uno dei personaggi centrali, Adriano Colonna, scritto per il “soprano anfibio” (in grado, quindi, di raggiungere un registro da contralto) Wilehlmine Schröder-Devrient, veniva affidato a un tenore lirico, spostando il registro di un paio di ottava. Un’operazione analoga era stata fatta alla Scala nel 1964 nel lussuoso allestimento di Nicola Benois con l’allora giovane Raina Kabaivanska nel ruolo di Irene (la sorella del protagonista) e Gianfranco Cecchele in quello di Adriano Colonna.
Il lavoro è così poco noto in Italia che la recente Guida al Teatro d’Opera curata da Aldo Nicastro per la Zecchini Editore non ha una voce su di esso.
Questa opera giovanile di Wagner ha per argomento la storia di Cola di Rienzo, tribuno del popolo che nella prima metà del Trecento, si contrappose al potere dei nobili della città con il sogno di ripristinare la Repubblica sul modello dell’Antica Roma e, in seguito a una congiura dell’aristocrazia, tragicamente deposto dallo stesso popolo che voleva guidare a una nuova stagione di prosperità e di democrazia.
Wagner aveva 27 anni quando lesse il romanzo di Edward Bulwer-Lytton (uno dei campioni delle narrativa romantica britannica) da cui è tratta l’opera. A quell’epoca, soprattutto, era imbevuto dalle letture di Bakunin che lo portarono a essere uno dei leader della rivoluzione di Dresda per cui subì una condanna a morte e un lungo esilio dalle terre tedesche. Sotto il profilo della poetica musicale, allora i suoi “maestri” erano Bellini, Donizetti e Auber; quindi, il “bel canto” italiano e il “grand opéra” francese.
Wagner vivente, l’opera ebbe grande successo (duecento repliche solo a Dresda tra il 1842 e il 1908) in tutta la Germania, arrivò al Metropolitan nel 1878 e a Londra nel 1879. Venne, però, “ripudiata” dal suo autore che non permise che venisse rappresentata a Bayreuth in quanto la considerava frutto di uno stile vecchio.

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