Dopo 22 anni di assenza (ma lo spettacolo è tanto
amato dal pubblico che è stato visto non molto tempo fa al Teatro
Nazionale), torna al Teatro dell'Opera di Roma, da
martedì 28 maggio, alle ore 20, "La Sylphide" di August
Bournonville. La coreografia, nata dal romanzo di Charles Nodier,
"Trilby ou le lutin d'Argail", tra i lavori più rappresentati
dalle compagnie di danza di tutto il mondo, viene proposta dal Corpo di
Ballo dell'Opera di Roma nella versione di Erik Bruhn, ripresa da Maina
Gielgud, già direttrice dell'Australian Ballet e del Balletto Reale
Danese. Sul podio, l'esperienza e lo stile del britannico David
Garforth. Le scene sono di Michele Della Cioppa, i costumi di Shizuko
Omachi.
"La Sylphide", opera che sancì la nascita del balletto
romantico con la rivoluzione che ne avrebbe modificato la tecnica,
racconta in pieno le inquietudini del movimento romantico con l'amore
impossibile di un uomo, James, che rinuncia alle certezze della realtà
per inseguire La Sylphide, creatura fantastica che turba i suoi sogni. I
balletti romantici differiscono da quelli precedenti perché ispirati alla
letteratura dell'epoca, e non più alla mitologia classica: la storia
della Sylphide è ambientata nel 1830 ed è quindi contemporanea alla messa
in scena del balletto. Fu Nourrit, tenore dell'Opéra di Parigi, a
suggerire a Filippo Taglioni l'idea di creare un balletto ispirato
al racconto di Charles Nodier, noto autore Romantico., dopo che egli vide
la figlia del coreografo, Maria, danzare con estrema grazia e leggiadria
"Robert le Diable".
"La Sylphide" è stato il balletto che ha segnato la rivoluzione
in senso romantico della danza: per la prima volta la ballerina utilizza
le scarpette da punta, alla ricerca di una bellezza e di una leggerezza
innaturale che si addice perfettamente al personaggio. Il tutù, il
costume bianco della Silfide, ha creato uno stile che ha segnato il
balletto per più di un secolo, ed è ancora oggi la divisa tipica della
ballerina "classica". Il tutù venne disegnato dal costumista Eugène
Lamy, mentre gli altri costumi erano di Lormier. Con
l'introduzione del tutù, "La Sylphide" dette l'avvio a una
serie di "ballets blancs" o balletti bianchi che sarebbero
diventati il simbolo dello stile Romantico. La coreografia ,
rappresentata per la prima volta all'Opéra di Parigi il 12 marzo 1832, è
di Filippo Taglioni, con la musica composta per il balletto da Jean
Schneitzhoeffer. Maria la danzò con Joseph Mazilier,
circondata dagli straordinari macchinari scenografici di Pierre
Luc-Charles Cicéri.
Nonostante il successo strepitoso del balletto e le innumerevoli repliche
che ebbe in seguito, "La Sylphide" di Taglioni venne replicata
solo fino al 1858, con interprete Emma Livry: ricomparve solo nel
1972, quando Pierre Lacotte la ripropose sulle scene. Pochi anni
dopo la prima rappresentazione della versione ideata da Taglioni, August
Bournonville ideò una propria versione del balletto a Copenaghen,
intitolato "Sylfiden". August, figlio e allievo di Antoine
Bournonville, che dal 1792 era stato primo ballerino, poi maestro del
Balletto Reale Danese, dopo aver studiato a Parigi con Auguste Vestris e
Pierre Gardel, divenne il primo ballerino al Balletto dell'Opera di
Parigi dal 1820 al 1828, al fianco di Maria Taglioni. Ritornato in
Danimarca nel 1829 e nominato primo ballerino e coreografo del Balletto
Reale Danese, dopo aver visto "La Sylphide" a Parigi nel 1834,
creò una nuova versione del balletto, seguendo lo stesso schema e
libretto di quella di Taglioni. Bournonville utilizzò una nuova partitura
musicale di Hermann Severin von Løvenskjold e fece interpretare il
ruolo della protagonista alla sua allieva prediletta, Lucile Grahn:
il 28 novembre 1836 a Copenaghen andò in scena la nuova Sylphide. La
coreografia di Bournonville, rimasta attualmente come la versione più
celebre del balletto, si distingue da quella di Taglioni, oltre che per
la musica, per l'esuberanza, la leggerezza, la bellezza formale e per il
maggior rilievo dato al ballerino maschio.
“Ho cercato di mettere in evidenza l'essenza della visione di Bruhn -
spiega Maina Gielgud - una visione in cui la sfida per i ballerini
è anche quella di mostrare la differenza tra il mondo reale e quello
immaginario”. Sulla scena ad impersonare l'incantevole fanciulla alata,
la prima ballerina dell'Opera di Roma Gaia Straccamore (28/05,
4/06), si alternerà con Alessia Gay (29, 31/05) e con Anaïs
Chalendard, solista dell'English National Ballet (30/05, 1 e 5/06).
Vestiranno i panni di James il cubano Rolando Sarabia (28, 30/05),
Alessio Rezza (29, 31/05) e Friedemann Vogel, principal
dancer allo Stuttgart Ballet (1, 4 e 5/06).
info: "La Sylphide", dopo la prima di martedì 28 maggio
alle 20, andrà in scena, mercoledì 29 (ore 20), giovedì 30 (ore 20),
venerdì 31 maggio (ore 18), sabato 1 (ore 16.30), martedì 4 (ore 20 fuori
abb.), mercoledì 5 giugno (ore 20 fuori abbonamento).
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