Per crescere essenziale una
politica per le infrastrutture
Otto proposte dallo studio
Astrid-Res Pubblica–Italia Decide del 2011
di Giuseppe Pennisi - 29 marzo 2013 10:59fonte ilVelino/AGV NEWSRoma
Quale che sarà il
prossimo governo, per la ripresa occorre rilanciare la politica delle
infrastrutture. Il tema del ritardo infrastrutturale dell’Italia e dei costi
che ciò comporta per l’economia è stato sviscerato in vari documenti recenti -
tra cui un rapporto curato da Astrid, Res Pubblica ed ItaliaDecide; una
raccolta di studi curata dalla Banca d’Italia; una serie di Osservazioni e
Proposte del Cnel, e un lavoro del Cresme. Per approfondimenti, si rimanda a
questi lavori, nonché ad un recente studio dell’Office Français des
Conjunctures économiques (Ofce), prodotto in collaborazione con due altri
istituti di ricerca: l’Imk di Düsserdolf e l’Eclm di Copenhagen su incarico del
gruppo socialista e democratico del Parlamento Europeo. In estrema sintesi, il
crollo dell’investimento pubblico in infrastrutture (sostituito solo in parte
modesta dall’investimento privato) è una delle determinanti che stanno
accentuando le recessione nei maggiori Paesi europei e allontanando le
prospettive di ripresa. Solo in Italia, il tracollo dell’investimento pubblico
ha aggravato la contrazione dell’economia e provocato, nel biennio 2010-2011,
unicamente nel settore delle costruzioni, una perdita di circa 350mila posti di
lavoro, che arrivano a oltre 500mila se si considera anche l’indotto. È quindi,
essenziale, che il nuovo Governo rivolga a questi temi la propria attenzione.
Il nerbo del lavoro Astrid-Res Pubblica–Italia Decide del 2011 è ancora
validissimo. L’analisi portava a 33 proposte . Per un programma di governo occorre
selezionare quelle più urgenti (anche alla luce di quanto realizzato
nell’ultimo anno). A mio avviso esse sono le seguenti otto proposte che, se
articolate in disegni di legge, potrebbero essere approvate nei primi Consigli
dei ministri e dare un forte segnale di svolta:
a) Approvare una
miniriforma dell’articolo 117 della Costituzione, per eliminare la competenza
concorrente fra Stato e Regioni in materia di impianti e infrastrutture (e
anche di energia e telecomunicazioni), attribuendo alla competenza esclusiva
della legge statale le infrastrutture strategiche e alla competenza esclusiva
delle Regioni le infrastrutture di interesse locale. Le infrastrutture
strategiche di interesse nazionale saranno tutte quelle individuate dal CIPE
nel Piano nazionale infrastrutture e in suoi eventuali aggiornamenti.
Nell’ambito della riforma della legge-obiettivo, bisognerebbe prevedere che,
quando manchi l’intesa fra Stato e Regioni, il CIPE approvi per ciascuna
infrastruttura strategica le caratteristiche tecniche, la localizzazione (o il
tracciato) ottimale e il piano preliminare “rafforzato”. Prevedere un termine
(ragionevolmente breve) entro il quale la Regione o le Regioni interessate
dovranno definire la localizzazione puntuale e le opere compensative.
b) Definire una lista
breve di opere prioritarie la cui realizzazione rappresenta un interesse
strategico per il sistema-Paese. Tale lista deve includere gli archi e i nodi
della rete essenziale europea (core network) TEN-T. Concentrare su queste opere
le risorse derivanti dalla revisione delle politiche di coesione e migliorare
l’attività di monitoraggio e di valutazione, adottando le procedure previste
nel DPCM 3 agosto 2012 , pubblicato sulla GU del 22 novembre in materia in
materia di linee guida per la valutazione degli investimenti relativi ad opere
pubbliche e del documento pluriennale di pianificazione degli investimenti in
opere pubbliche.
c) Verificare le
possibilità di una gestione più efficiente dell’offerta disponibile per
rispondere alla domanda di mobilità, applicando, per esempio, soluzioni di
Intelligent Transportation System. Valutare un potenziamento delle
infrastrutture esistenti qualora possano diventare sufficienti per soddisfare
la domanda prevista nel medio-lungo termine.
d) Aumentare i ricavi
delle infrastrutture di servizi pubblici di mercato, come le ferrovie, con una
maggiore produttività. Ad esempio, nel servizio di trasporto merci con treni
più lunghi e più pesanti e con pedaggi più elevati per il traffico ferroviario
passeggeri sulle tratte Alta Velocità (in virtù dell’ipotesi che questo mercato
può assorbire un aumento tariffario).
e) Stabilire tempi
brevi e certi per il perfezionamento delle delibere CIPE e per il successivo
controllo della Corte dei Conti. Sottoporre alle Conferenze dei servizi il
progetto preliminare “rafforzato”. Dare tempi certi alla attuazione delle
decisioni della Conferenza dei servizi, prevedendo che l’opposizione delle
amministrazioni “privilegiate” (per esempio Ambiente e Beni culturali) ne
blocchi l’esecuzione entro un termine tassativo (un mese?) e che esse ottengano
dal Consiglio dei ministri una decisione favorevole alla loro opposizione.
Stabilire per legge limiti insuperabili agli incrementi di costo
dell’infrastruttura derivanti (cumulativamente) da variazioni di localizzazione
(o di tracciato) e da opere compensative o mitigative, rispetto alla decisione
del CIPE.
f) Sostenere la
creazione di uno o più fondi equity per progetti greenfield che prevedano un
rendimento minimo tale da attirare potenziali investitori e rispondere alle
esigenze di capitale proprio dei progetti di grandi dimensioni. Sollecitare
l’ISVAP affinché disciplini le modalità di investimento delle riserve tecniche
delle società di assicurazione nel settore delle infrastrutture. Sostenere l’introduzione
di strumenti per tassare le esternalità negative (es. pedaggi cross-modal quali
eurovignette) e di strumenti per beneficiare delle esternalità positive (es.
cattura del valore immobiliare); costituire quindi un “fondo speciale” per le
infrastrutture per convogliare3 il flusso di risorse generato dall’applicazione
dei diversi strumenti di finanziamento.
g) Avvicinare il
trattamento fiscale del capitale proprio a quello (oggi più vantaggioso) del
capitale di debito introducendo una Allowance for Corporate Equity (ACE
-deducibilità dalla base imponibile di impresa di un interesse sul capitale
proprio calcolato a un tasso di interesse nominale predeterminato) o una
detassazione dal reddito di un importo commisurato ai costi effettivamente
sostenuti per la realizzazione dell’investimento.
h) Proporre un
trattamento fiscale agevolato o l’introduzione di strumenti di garanzia a
favore dei project bond emessi da imprese impegnate nella realizzazione di
progetti di investimento in settori strategici.
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