Mentre alla Scala proseguono le repliche di Macbeth, versione
1847, di Verdi (la cui prima è stata Giovedì Santo), a Roma la
sera del 5 aprile si apre il sipario di Samson et Dalila di Camille
Saint-Saën. Si tratta di un evento molto atteso per tre ordini di
motivi. Samson et Dalila manca al Teatro dell’Opera dalla Stagione
1962-'63, quando fu rappresentato in un allestimento con due protagonisti
di prestigio: Giulietta Simionato e Mario Del Monaco.
La direzione dell’Orchestra dell’Opera di Roma è affidata alla raffinata
lettura di Charles Dutoit, uno dei pochi concertatori in grado di
trovare un equilibrio tra la violenza pagana, la carica erotica e
l’armonia wagneriana della complessa partitura.
Il fascino esotico e la sensualità del lavoro sono interpretati da due
voci d’eccezione: Olga Borodina, nei panni della perfida e bellissima
filistea Dalila (si alternerà con Ekaterina Semenchuk nelle recite
dell’11 e 13 aprile), e Aleksandrs Antonenko, in quelli
dell’amante-nemico giudeo dalla forza straordinaria. Al loro fianco, nel
ruolo del sommo sacerdote di Dagone, Elchin Azizov, nel ruolo di
Abimélech, Mikhail Korobeinikov.
Infine, con la regia e la drammaturgia di Carlus Padrissa,
ritornano al Teatro dell’Opera, la forza creativa e le provocazioni de
La Fura dels Baus, il gruppo catalano famoso in tutto il mondo per
gli spettacolari allestimenti di grande impatto visivo.
Dopo la prima del 5 aprile alle 20, va in scena domenica 7 (ore 16.30),
martedì 9 (ore 20), giovedì 11 (ore 20), sabato 13 (ore 18).
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