InScena
La musica francese va verso le avanguardie
di Giuseppe Pennisi
Circa 140 spettacoli musicali in 40 città italiane e oltre 400 artisti.
Suona francese, il festival di musica francese ormai alla sesta edizione, è
iniziato a Torino il 2 aprile e terminerà a Firenze il 6 luglio. Nella prima
edizione esplorava la musica del rinascimento.
In questa edizione la manifestazione si rivolge al
Novecento. Un'importante sezione è dedicata a Francis Poulenc nel 50°
anniversario dalla morte e alla musica contemporanea. È mantenuta una
caratteristica dei Festival precedenti: gli artisti sono scelti prevalentemente
tra le giovani leve, sovente già note in patria, e che in questo modo trovano
una vetrina internazionale. Con loro, lavorano spesso giovani cantanti,
orchestrali e registi italiani. Visto che dal Novecento storico si arriva al
XXI secolo, non si incrociano soltanto Debussy, Ravel, Milhaud, Satie e le loro
scuole, l'elettroacustica di Boulez e dell'Ircam o la raffinatezza di autori
viventi come Du Sapin. Man mano che ci si avvicina a questo secolo, il Festival
abbraccia non solo la Francia ma la francofonia, ossia tutto il mondo in cui il
francese è la lingua principale. La musica del deserto e dell'Africa a sud del
Sahara e dell'Oceania riescono a uscire dalle «riserve» delle espressioni
etniche, spesso considerate un folcloristico oggetto di curiosità, e plasmano
anche la musica colta da concerto o da teatro. Significativo che questo segnale
venga portato all'estero (un Festival analogo ma di più modeste proporzioni si
svolge in Spagna) in una manifestazione sponsorizzata dal Governo francese. È
una tendenza che merita di essere seguita. (riproduzione riservata)
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