SAGGI/ Partiti
"all'angolo", chi rifiuta affonda l’Italia
domenica 14
aprile 2013
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NEWS Economia e Finanza
I dieci
saggi, nominati dal Capo dello Stato per tentare di delineare un possibile
programma di Governo, hanno consegnato il loro lavoro prima di quanto molti
pensassero. Soprattutto, non si sono limitati a indicare un indice di temi su
cui, tra persone di buona volontà, sarebbe possibile individuare quelle che
cinquanta anni fa venivano chiamate “convergenze parallele”. Hanno, invece,
prodotto programmi specifici e puntuali di azione di governo. Ho studiato le 83
pagine che riguardano la materia economico e sociale. Si parte dall’analisi
della situazione occupazionale e sociale ogni giorno più difficile e, senza
delineare articolati di disegni di legge o di decreti legge, si giunge a
proposte puntuali che riguardano anche e soprattutto l’azione dell’Italia nell’Unione
europea.
In numerosi
punti, è molto simile al dossier di proposte formulate dalla Fondazione Astrid
e messo on line il pomeriggio del 12 aprile. In breve, un programma di governo
che ha il pregio di essere realistico, sensato e condiviso non solo tra
intellettuali che possono essere definiti di due scuole contrapposte ma
egualmente fondanti nelle democrazie europee - quella liberale e quella
socialdemocratica. Quindi, l’intesa è possibile. Opporsi a essa vuol dire porre
costi economici e sociali ancora più forti sugli italiani che si faranno
sentire al momento del voto (quando , prima o poi - ma non troppo tardi -
verrà, specialmente se si tenteranno accordi precari prendendo transfughi da
questo o da quello schieramento).
È
“un’offerta che non si può rifiutare”, molto differente però da quelle di Don
Vito Corleone. Non la si può rifiutare perché è in ballo il destino dell’Italia
e gli italiani hanno appreso a utilizzare gli strumenti della democrazia
rappresentativa meglio di quanto pensino le burocrazie dei partiti politici. Ci
sono due aspetti del documento in materia economica e sociale che meritano di
essere commentati (su tutti gli altri certamente questo fine settimana si
cimenteranno le migliori firme della grande stampa italiana).
Il primo
riguarda i numerosi punti di contatto tra le proposte dei saggi e lo studio
dell’Associazione OpenPolis “Tre Poli Contrapposti: Tanti Temi
Comuni” diramato il 9 aprile. Lo studio (del tutto distinto dal
lavoro dei saggi) analizza 25 punti qualificanti dei programmi di politica legislativa
dei tre maggiori schieramenti presenti in Parlamento e conclude che su 21 dei
25 temi le convergenze e le concordanze sono possibili (anche se da maggioranze
“a geometria variabile”)
Attenzione:
l’analisi non è soltanto l’esito di uno studio condotto da alcuni ricercatori,
ma il risultato di un questionario on line a cui hanno risposto circa 800.000
italiani. Occorre, quindi, fare molta attenzione prima di mettere barriere e
steccati: gli 800.000 che rispondono a questionari on line di una piccola
associazione privata sono, di norma, coloro più interessati all’evoluzione del
Paese e la cui opinione più conta nel plasmare quella di altri. Non tenerne
conto vuole dire commettere un suicidio politico.
Il secondo
punto riguarda l’enfasi sugli aspetti tecnicamente “di breve periodo” nel
rapporto dei saggi in materia economica e sociale. Sarebbe stato preferibile un
maggior accento sul problema centrale dell’economia italiana: la scarsa
“efficienza adattiva” alle trasformazioni dell’economia internazionale, in
corso dalla metà degli anni Novanta, soprattutto la perdita del monopolio del
progresso tecnologico di cui per circa due secoli ha fruito un piccolo gruppo
di Paesi “occidentali”. Tuttavia, la situazione è così drammatica (e sta
peggiorando ogni giorno mentre c’è chi si diletta in giochi personalistici) che
l’attenzione ai temi immediati è giustificata. E rende “l’offerta” ancora più
difficile da rifiutare.
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