lunedì 15 aprile 2013

Notes de la nuit” ed il futuro del balletto in Italia in Formiche 15 aprile



“Notes de la nuit” ed il futuro del balletto in Italia
15 - 04 - 2013Giuseppe Pennisi"Notes de la nuit" ed il futuro del balletto in Italia
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Il vostro chroniqueur è appassionato di lirica e di sinfonica, ma meno di balletto. Di norma, va a spettacoli di balletto in quanto parte di abbonamento di stagioni liriche oppure – come nel caso della rappresentazione di domenica 14 aprile al Teatro dell’Opera- quando è in programma qualcosa di molto stuzzicante come ‘In the Night’ su coreografia di Jerome Robbins su musica di Chopin e ‘Quartetto’ di Reich e Glass (ambedue associati a ricordi dei quindici anni passati negli Usa) , nonché le sempre affascinanti musiche di Bacalov, eseguite dal compositore in persona.
Domenica 14 aprile è stata la prima giornata davvero primaverile in una Roma dove per settimane e settimane non si sono viste che pioggia e nuvole. I parchi erano pieni di gente. Quindi, pensavo di trovare il Teatro dell’Opera mezzo vuoto. Tanto più che si trattava di spettacolo ‘ fuori abbonamento’. Il ‘Costanzone’ (come lo chiamano gli appassionati) era, invece, stracolmo in ogni ordine di posti: platea, palchi, gallerie. Un pubblico molto differente da quello delle prime: in gran misura, giovane, con abbigliamento casual e pronto ad abbandoni da stadi.
Prima di alcune osservazioni sullo spettacolo, occorre fare una riflessione più ampia. Sono poche le fondazioni liriche che tengono ancora un corpo di ballo (La Scala, il Teatro dell’Opera di Roma); in alcune (il Massimo di Palermo, il San Carlo di Napoli) questa attività è in esaurimento e, proprio per questa ragione, ci sono spesso proteste sindacali a ragione dell’alta percentuale di contratti a termine e della prassi di blocco al turnover in caso di pensionamenti. Le compagnie di balletto costano: con l’annessa scuola di ballo, richiedono circa 10 milioni di euro l’anno (cifra che si evince dai consuntivi de La Scala e del Teatro dell’Opera). Tuttavia, la domanda non manca; solamente a Roma due teatri privati (Il Teatro Greco ed il Teatro del Vascello) si dedicano quasi interamente al balletto con spettacoli di compagnie private ove la parte musicale è spesso su supporto magnetico.
In alcuni Paesi (Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti), il nodo è stato risolto creando grandi compagnie di balletto nazionali (Royal Ballet, American Ballet , Ballet de l’Opéra, New York City Ballet) che oltre ad operare nella casa madre, circuitano in altri teatri. In Italia, viste le restrizioni finanziarie prevedibili per numerosi prossimi anni, non sarebbe il caso di pensare ad un progetto che preveda ampia circolazione delle compagnie del Teatro dell’Opera e dello Scala in altri teatri, immaginando anche un’ipotetica suddivisione della Penisola tra Nord (La Scala) e Centro-Sud (Teatro dell’Opera) , portando ad esaurimento gli ‘spezzoni’ di corpo di ballo ancora esistenti presso alcune fondazioni e potenziando l’offerta privata? Il Parlamento che, quando saranno formate le Commissioni, dovrà affrontare il regolamento (predisposto dal Governo Monti) delle fondazioni lirico – sinfoniche, potrebbe fare una riflessione in materia.
Veniamo allo spettacolo; grandi atmosfere con estreme economie di mezzi. Il fascino misterioso della notte con i suoi segreti celati tra le note malinconiche di Chopin, di un sassofono jazz, o di una struggente milonga, e di tango argentino è vero il protagonista di Notes de la Nuit. Un programma di tre lavori attraversati dal “filo rosso” dell’ispirazione poetica della notte declinata attraverso lo stile di tre artisti – Jerome Robbins, Francesco Nappa e Micha van Hoecke – che regalano al pubblico ciascuno il proprio personale universo immaginario ed artistico.
In apertura la ripresa d In the Night di Jerome Robbins ripresa da Ben Huys. Sulle note dei Notturni di Chopin (al pianoforte Enrica Ruggiero), ossessione musicale del leggendario maestro del musical americano Robbins, una sequenza di passi a due danzati sotto un cielo stellato. Sotto la luce complice e misteriosa della luna si dipana la danza di tre coppie, che svela al pubblico i moti segreti della passione e dell’amore. In scena Gaia Straccamore e Amar Ramasar, principal dancer del New York City Ballet (terza coppia), si alternano con le due étoile dell’Opéra di Parigi, Eleonora Abbagnato e Stéphan Bullion accanto a loro Roberta Paparella e Manuel Paruccini (prima coppia), Alessandra Amato e Damiano Mongelli (seconda coppia).
I suoni lunari di Chopin cedono il passo alle note minimaliste ed evanescenti di Philip Glass (Saxophone Quartet concerto mvt.1) e Steve Reich (New York Counterpoint) scelte da Francesco Nappa per il suo Quartetto. L’eclettico coreografo partenopeo, già affermato grazie a collaborazioni internazionali come quella con il Ballet d’Europe di Marsiglia o la Gauthier Dance di Stoccarda, è alla sua prima esperienza con la compagnia di Ballo dell’Opera di Roma. Il Quartetto è stato creato per quattro coppie del corpo di ballo romano, immaginate da Nappa come immerse in una esplosione di energia pura e in continua trasformazione, astratta, svincolata da qualsiasi forma di racconto e suggerita proprio dalla musica ipnotica, notturna, di Glass e Reich, eseguita sul palcoscenico del Costanzi da una formazione di sassofoni dal vivo (Vittorio Quinquennale, Fabrizio Benevelli, Emiliano Rodriguez, Marco Gerboni). In scena i Solisti del Corpo di Ballo dell’Opera di Roma.
In chiusura la notte diventa essa stessa danzatrice e si colora dei toni struggenti e inquieti delle composizioni di Luis Bacalov, in Aria Tango il primo lavoro realizzato da Micha van Hoecke per il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma da quando ne è direttore (2010). Alcuni brani del Premio Oscar Bacalov (colonna sonora del film Il postino, 1995) – che sarà in scena con il suo Quartetto, insieme a Daniel Bacalov, Giovanni Tommaso e Giovanni Iorio – hanno ispirato quello che Micha van Hoecke definisce un “poema coreografico”, il racconto per immagini di stati d’animo, paure, ricordi, passioni di un ragazzo che avvolto nel silenzio della notte, inizia a danzare con essa e con tutte le creature che la popolano. “Immaginiamo un teatro vuoto e nudo alla fine di uno spettacolo – spiega Micha van Hoecke. Un personaggio cammina sul palcoscenico, la musica lo sorprende come se facesse parte dei suoi pensieri. Ecco che il palcoscenico viene visitato da memorie, presenze, fantasmi, spiriti, gente, personaggi… La notte blu, profonda, la notte rossa sensuale, la notte nera – la morte, la notte bianca – il fantasma di qualcuno che abbiamo conosciuto personalmente…Les sons et les parfums tournent dans l’air du soir (Baudelaire). E, aggiungo io, nell’aria del tango suonato da Bacalov.”
Il protagonista, Alessio Carbone, premier danseur del Opéra di Parigi (Claudio Cocino, 16/04), è circondato da personaggi surreali: la Notte Nera Alessandra Amato, la Notte Blu Alessia Barberini (Cristina Mirigliano, 16/04), la Notte Bianca Gaia Straccamore (Claudia Bailetti,16/04), la Notte Rossa Annalisa Cianci (Silvia Fanfani, 16/04), un Uomo Riccardo di Cosmo (Giuseppe Schiavone, 16/04), Monsieur Monsieur Paolo Mongelli e Damiano Mongelli, un Uccello Alessio Rezza.
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