L'amico
americano
Perché gli Stati Uniti sono così
interessati alla crescita in Europa?
di Giuseppe Pennisi - 10 aprile 2013
13:04 fonte ilVelino/AGV NEWS Roma
Su Il Velino dell’8 aprile Renzo Rosati, constatato che Usa, Cina e
Giappone stanno spingendo sul pedale dell’acceleratore mentre l’Europa su
quello del freno, si chiede chi ha ragione. È un interrogativo a cui ha già
dato una risposta il segretario al Tesoro Usa Jacob J. Lew in Europa per 48 ore
(8-9 aprile) per spingere le autorità europee sulla via della crescita. Nessuna
tappa in Italia (su cui la nostra diplomazia economica e finanziaria internazionale
ha insistito) perché l’esecutivo in carica, pur non sfiduciato né dal
Parlamento eletto un mese e mezzo fa né dal precedente, è dimissionario da mesi
ed è tecnicamente in funzione unicamente ‘per l’ordinaria amministrazione’.
Un’indicazione ulteriore di come occorra fare presto per avere un governo
solido e delle ragioni per cui gli americani (Amministrazione e business
community) da un lato, fanno delicatamente capire che a loro non
dispiacerebbero ‘larghe intese’in grado di affrontare i nodi strutturali
dell’Italia e, dall’altro, mostrano crescente attenzione per il Movimento 5
Stelle , dato che considerano logoro e arrivato al capolinea il gruppo
dirigente soprattutto del Partito Democratico). Perché gli Stati Uniti sono
così interessati alla crescita in Europa? E come si concilia tale interesse con
l’attenzione al M5S che tra i suoi slogan ha quello della ‘ decrescita felice’?
La contraddizione è solo apparente e, avendo vissuto oltre tre lustri a
Washington, credo di poterla spiegare.
In primo luogo, un’Europa prospera (e non in via di progressivo
impoverimento) vuole dire per gli Usa non soltanto export e transazioni
finanziarie (come scrive parte della stampa economica italiana) ma rilanciare
quel negoziato commerciale attraverso l’Atlantico che è un po’ il fiore
all’occhiello della politica economica internazionale della seconda
Amministrazione Obama. In secondo luogo, un’Europa nei guai indebolisce dal
punto di vista geopolitico in un mondo in cui l’Asia ed anche l’Africa crescono
a tassi sostenuti. Mai come oggi gli Usa necessitano di una vera ed efficace ‘
partnership atlantica ‘ per sconfiggere il terrorismo islamico. E tale ‘
partnership ’, a sua volta, richiede un’Europa forte non avviluppata sui suoi
debiti, sulla sua disoccupazione, su uno scoraggiante declino. Il punto
cruciale è come conciliare il programma economico del M5S con la via verso la
prosperità. Per gli americani, le contraddizioni - per molti aspetti palesi -
si guariscono dando a un gruppo dirigente giovane e istruito (l’80 per cento
dei parlamentari M5S sono laureati, rispetto al 60 per cento di quelli del Pdl
e al 40 per cento di quelli del Pd) responsabilità di governo. Citano come
esempio i ‘ragazzi di Woodstock’ e ‘della redazione del Quicksilver Times’
dell’inizio degli Anni Settanta i quali dieci anni dopo collaboravano con i
governi americani degli Anni Ottanta che hanno assicurato una lunga fase di
sviluppo economico. Un paragone forse un po’ tirato ma che indica quale aria
tiri sul Potomac e come da lì si guardi al Tevere.
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