Renzi e Deraco, all’opera!
04 - 07 -
2013Giuseppe Pennisi
Se questi benedetti toscani
facessero sistema, Firenze diventerebbe la capitale mondiale delle micro-opere.
Vi ricordate il libro di Malaparte
“Maledetti Toscani”!? I tempi sono cambiati, ci sono giovani toscani (ovvero
quasi di mezza età) che devono essere benedetti per le grandi cose che
combinano quando si mettono all’opera. Sono Girolamo Deraco (nato in
Calabria ma toscano di adozione in quanto ha studiato a Lucca dove vive da anni
ed è ‘compositore in residence’ nella lucchesissima Accademia di Montegral) e Matteo
Renzi (appena pronuncia una parola, è chiaro che manzonianamente parlando
“si risciacqua la bocca in Arno ogni mattina”). Oltre alla toscanità ed all’età
cosa, hanno in comune? Molte cose: l’interesse per l’opera, il Guinness Book of
Records, il numero otto (8). Peccato che uno dei due, il sindaco di Firenze,
non faccia squadra con il primo. Ne sortirebbero grandi cose!
Andiamo con ordine. Matteo Renzi ha
mostrato il proprio amore per l’opera in un articolo sul Corriere della Sera
del 3 luglio dove individua i guai del Maggio Fiorentino nel pessimo
management: un vero scatto di sincerità dato che da anni ne è Presidente.
Delinea anche una soluzione: dato che il Piano A lanciato sempre sul Corriere
mesi fa (un mutuo con una banca internazionale offrendo il parco delle Cascine
come garanzia reale) non ha avuto esiti, traccia un piano B in base al quale i
contribuenti si accollerebbero personale in esubero (assunto, secondo il suo
articolo, in modo non sempre trasparente) ed i debiti accumulati negli anni.
Deraco, invece, scrive e compone
micro-opere e il mensile Formiche già due anni fa si è interessato a questa
forma di spettacolo, ideale per i bassi costi in tempi di crisi. Renzi aspira
al Guinness: il leader politico (e se possibile il capo di governo) più giovane
(nonostante il fuoco amico) in un Italia di vecchi. Deraco è entrato da una
settimana nel Guiness: autore dell’opera più breve (8 minuti) e replicata più
volte (17 volte – la somma di uno più sette fa tornare all’otto iniziale
capovolto) la stessa sera (a richiesta del pubblico) al Festival Internazionale
Bartok Plusz appena tenuto a Miskolc in Ungheria. Otto (8) è pure numero
fatidico di Renzi: secondo i conti di Renato Brunetta (una linguaccia
che conosce però bene aritmetica ed anche matematica avanzata), nel 2012 il
sindaco sarebbe stato presente in Consiglio Comunale soltanto otto volte – in
quanto intento alla conquista del ‘Guinnes’ di cui sopra.
Il lavoro con cui Deraco ha vinto
l’8×17 (ovvero x 1 + 7 = 8 capovolto) potrebbe essere utile a Renzi. Si
intitola TACI, un minimo-dramma per voce ed orchestra diretto da Cser Ádám
e cantato dal soprano di Röser Orsolya Hajnalka, sul “vuoto sociale che segna
la società contemporanea e parla in musica”, secondo l’autore. “Nell’era della
velocità, delle connessioni in grado di abbattere spazi e tempi, esprimere un
respiro che è circondato dal vuoto che lo contiene è la massima espressione
umana che possa rappresentare l’uomo nel suo hic et nuc, che inevitabilmente
diventa colpo di faro, illuminazione”. In breve, pensare e fare, piuttosto che
parlare. Ciò ha strabiliato, divertito, esaltato pubblico e gli addetti ai
lavori. TACI dall’Ungheria arriva in settembre all’Opéra National de Nice, da
dove inizia una lunga tournée in Francia e Germania.
Se questi benedetti toscani
facessero sistema, Firenze diventerebbe la capitale mondiale delle micro-opere:
ha uno struttura ideale nel delizioso Teatro Goldoni. Probabilmente anche Renzi
entrerebbe nel Guinness, senza dovere faticare troppo a tentare di diventare
segretario di partito e presidente del Consiglio.
Non dovrebbe occuparsi più degli
esuberi causati da cattiva gestione (del sindaco e del Cda da lui presieduto)
dato che ci sono gli ammortizzatori della nuova legge sull’impiego. Potrebbe
destinare ciò che esiste del Nuovo Teatro in costruzione da anni a Centro
Internazionale per i Boy Scout (ci potrebbe uscire anche un Nobel!) dato che
Firenze (400.000 abitanti) ha comunque già il Teatro La Pergola, il Teatro
Verdi ed il Teatro Goldoni per andare da maxi, midi e mini opere. Potrebbe
rottamare il Comunale a Corso d’Italia con i suoi 2000 posti difficili da riempire
e l’amianto nelle sue strutture.
Ragazzi, cooperate.
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