venerdì 5 luglio 2013

Renzi e Deraco, all’opera! in Formiche del 4 luglio


Renzi e Deraco, all’opera!
04 - 07 - 2013Giuseppe Pennisi Renzi e Deraco, all'opera!
Se questi benedetti toscani facessero sistema, Firenze diventerebbe la capitale mondiale delle micro-opere.
Vi ricordate il libro di Malaparte “Maledetti Toscani”!? I tempi sono cambiati, ci sono giovani toscani (ovvero quasi di mezza età) che devono essere benedetti per le grandi cose che combinano quando si mettono all’opera. Sono Girolamo Deraco (nato in Calabria ma toscano di adozione in quanto ha studiato a Lucca dove vive da anni ed è ‘compositore in residence’ nella lucchesissima Accademia di Montegral) e Matteo Renzi (appena pronuncia una parola, è chiaro che manzonianamente parlando “si risciacqua la bocca in Arno ogni mattina”). Oltre alla toscanità ed all’età cosa, hanno in comune? Molte cose: l’interesse per l’opera, il Guinness Book of Records, il numero otto (8). Peccato che uno dei due, il sindaco di Firenze, non faccia squadra con il primo. Ne sortirebbero grandi cose!
Andiamo con ordine. Matteo Renzi ha mostrato il proprio amore per l’opera in un articolo sul Corriere della Sera del 3 luglio dove individua i guai del Maggio Fiorentino nel pessimo management: un vero scatto di sincerità dato che da anni ne è Presidente. Delinea anche una soluzione: dato che il Piano A lanciato sempre sul Corriere mesi fa (un mutuo con una banca internazionale offrendo il parco delle Cascine come garanzia reale) non ha avuto esiti, traccia un piano B in base al quale i contribuenti si accollerebbero personale in esubero (assunto, secondo il suo articolo, in modo non sempre trasparente) ed i debiti accumulati negli anni.
Deraco, invece, scrive e compone micro-opere e il mensile Formiche già due anni fa si è interessato a questa forma di spettacolo, ideale per i bassi costi in tempi di crisi. Renzi aspira al Guinness: il leader politico (e se possibile il capo di governo) più giovane (nonostante il fuoco amico) in un Italia di vecchi. Deraco è entrato da una settimana nel Guiness: autore dell’opera più breve (8 minuti) e replicata più volte (17 volte – la somma di uno più sette fa tornare all’otto iniziale capovolto) la stessa sera (a richiesta del pubblico) al Festival Internazionale Bartok Plusz appena tenuto a Miskolc in Ungheria. Otto (8) è pure numero fatidico di Renzi: secondo i conti di Renato Brunetta (una linguaccia che conosce però bene aritmetica ed anche matematica avanzata), nel 2012 il sindaco sarebbe stato presente in Consiglio Comunale soltanto otto volte – in quanto intento alla conquista del ‘Guinnes’ di cui sopra.
Il lavoro con cui Deraco ha vinto l’8×17 (ovvero x 1 + 7 = 8 capovolto) potrebbe essere utile a Renzi. Si intitola TACI, un minimo-dramma per voce ed orchestra diretto da Cser Ádám e cantato dal soprano di Röser Orsolya Hajnalka, sul “vuoto sociale che segna la società contemporanea e parla in musica”, secondo l’autore. “Nell’era della velocità, delle connessioni in grado di abbattere spazi e tempi, esprimere un respiro che è circondato dal vuoto che lo contiene è la massima espressione umana che possa rappresentare l’uomo nel suo hic et nuc, che inevitabilmente diventa colpo di faro, illuminazione”. In breve, pensare e fare, piuttosto che parlare. Ciò ha strabiliato, divertito, esaltato pubblico e gli addetti ai lavori. TACI dall’Ungheria arriva in settembre all’Opéra National de Nice, da dove inizia una lunga tournée in Francia e Germania.
Se questi benedetti toscani facessero sistema, Firenze diventerebbe la capitale mondiale delle micro-opere: ha uno struttura ideale nel delizioso Teatro Goldoni. Probabilmente anche Renzi entrerebbe nel Guinness, senza dovere faticare troppo a tentare di diventare segretario di partito e presidente del Consiglio.
Non dovrebbe occuparsi più degli esuberi causati da cattiva gestione (del sindaco e del Cda da lui presieduto) dato che ci sono gli ammortizzatori della nuova legge sull’impiego. Potrebbe destinare ciò che esiste del Nuovo Teatro in costruzione da anni a Centro Internazionale per i Boy Scout (ci potrebbe uscire anche un Nobel!) dato che Firenze (400.000 abitanti) ha comunque già il Teatro La Pergola, il Teatro Verdi ed il Teatro Goldoni per andare da maxi, midi e mini opere. Potrebbe rottamare il Comunale a Corso d’Italia con i suoi 2000 posti difficili da riempire e l’amianto nelle sue strutture.
Ragazzi, cooperate.
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