Mibac, prestiti agevolati per
salvare la lirica
retroscena
Il ministero lavora a un fondo di credito da 40 milioni di euro
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Il ministero lavora a un fondo di credito da 40 milioni di euro
DI GIUSEPPE PENNISI V oci che provengono dal Collegio Romano sussurrano con insistenza che prima del 30 luglio (data alla quale il Commissario del Maggio Musicale Fiorentino dovrebbe mettere in liquidazione l’ente, «sempre che non intervengano fatti nuovi»), verrebbe varato un fondo di 40 milioni di euro per finanziare la ristrutturazione dei debiti di fondazioni liriche in serie difficoltà. Non si tratterebbe di un aumento del Fus o di una erogazione straordinaria ma di una nuova linea di bilancio finalizzata a prestiti agevolati da canalizzare tramite un intermediario finanziario (e da rimborsare).
In giornate in cui sembra molto difficile trovare coperture finanziarie per l’abolizione (o la riduzione) dell’Imu sulla prima casa o per impedire un aumento dell’Iva (che fa paura a tutti), le fondazioni liriche non godono di grande priorità. E di buona stampa. Anche e soprattutto a ragione dei dati sulla bassa produttività media e dell’altissimo sussidio medio (circa 500 euro per spettatore pagante). L’idea del fondo di credito agevolato nasce indubbiamente dal desiderio di evitare che una delle manifestazioni più antiche e di maggior prestigio come il Maggio Fiorentino chiuda i battenti. Non può essere, però, un fondo 'Salva- Maggio'; quindi, diventa un fondo 'Salva Fondazioni - prossime - al - dissesto'. Per averne accesso, le realtà interessate dovrebbero presentare piani di riassetto monitorabili per tornare a bilanci in pareggio entro tre anni. Ciò comporrebbe aumento degli spettacoli, costi contenuti e riduzioni del personale. Da parte dei numerosi sindacati del settore sono state fatte, a questo riguardo, le proposte più varie: dal trasferimento del personale non artistico alle pubbliche amministrazioni all’applicazione per tutto il personale artistico dell’età di pensionamento in vigore per i ballerini (52 anni per gli uomini , 47 per le donne). Sono proposte che possono diventare dinamite perché attiverebbero richieste da altre categorie, mentre al Ministero del Lavoro si è ancora alle prese con i nodi degli esodati.
Altra obiezione è che un fondo di credito agevolato è, per sua natura, selettivo; comporta cioè la definizione di procedure di valutazione trasparenti e di strutture per applicarle. Ciò richiede tempo, mentre i creditori sono alle porte. Non sarebbe più semplice e più agevole uno sgravio fiscale non discriminatorio come il tax credit che ha dato buona prova nel campo del cinema? Tuttavia, in una fase in cui si chiudono trattamenti tributari privilegiati (per buone che siano le loro finalità) è difficile trovare ascolto al Dipartimento delle Politiche Fiscali. La speranza è che fondo e sgravi, quindi, non restino un miraggio estivo.
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L’iniziativa non andrebbe in soccorso solo del Maggio ma di tutte le Fondazioni a rischio. La messa in atto però non è priva di difficoltà
Il Maggio Fiorentino Caro Alessandro,
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