mercoledì 24 luglio 2013

Festival Enescu 2013 in Il Corriere Musicale 24 luglio



Festival Enescu 2013

Enescu

Cartellone  In settembre centinaia di appuntamenti in Romania per la manifestazione musicale che porta il nome del compositore


di Giuseppe Pennisi

ILfestival e concorso internazionale “George Enescu, giunti alla ventunesima edizione e curati da Ioan Holender, si svolgeranno  a Bucarest (ed in altre città della Romania) dall’1 al 28 settembre 2013. Il programma è al sito www.festivalenescu.ro . Tanto il festival quanto il concorso si articolano in varie sezioni in cui sono presenti orchestre e complessi di tutto il mondo. Soprattutto –  basandoci sull’esperienza effettuata nel 2011 – nelle settimane della manifestazione Bucarest è affollata da giovani (musicisti, ma anche solamente appassionati ascoltatori) provenienti da tutta Europa, dal Nord America ed anche da alcuni parti dell’Asia (soprattutto il Giappone).
Più che illustrare il cartellone del festival  (150 appuntamenti di cui 6 dedicati alla musica romena, 8 alla sezione “Enescu e i suoi contemporanei”, 14 alla musica da camera, 3 all’opera e 2 al balletto, con 35 formazioni orchestrali e cameristiche e oltre 40 solisti), crediamo sia importante soffermarci sul suo significato sia musicale sia di cultura politica.
Sotto il profilo musicale,  nel 2007 (quando la manifestazione non aveva ancora assunto le dimensioni che ha oggi) The Guardian scrisse, non senza una punta di ironia, “il potente festival di Salisburgo ha un rivale”; al pari del Festival estivo nella deliziosa città austriaca dura un mese (in effetti inizia proprio quando sulle rive del Saar scendono i sipari e si va in vacanza) e presenta una gamma vastissima di generi; contiene una sezione di musica lirica molto più contenuta di quella di Salisburgo ma ha uno spazio molto più vasto per la musica contemporanea. Ormai, le maggiori orchestre ed i maggiori complessi fanno a gara per essere presenti a Bucarest (e per la cameristica anche in altre città della Romania che partecipano al Festival). Un’altra analogia con il ‘fratello maggiore’ austriaco è il finanziamento: meno della metà proviene dal settore pubblico (Ministero della Cultura , Comune di Bucarest, Società Romena di Radiodiffusione,  Società Romena di Televisione e Istituto di Cultura Romena), il resto è fornito da sponsor (tra cui anche aziende italiane), da pubblicità, da biglietteria e da vendita di alcuni spettacoli: è probabile che la produzione di Otello allestita per il bicentenario verdiano (regia di Vera Nemirova con la direzione musicale di Keri-Lynn Wilson, protagonista Peter Seiffert) viaggerà in vari Paesi europei.
Sotto il profilo di politica culturale, non soltanto il festival ed il concorso internazionale (e la biennale d’arte contemporanea che si svolge in parallelo con il  festival ed il concorso) si sono imposti per il loro livello e per essere considerati un marchio di valore per la Romania (specialmente con il suo ingresso nell’Unione Europea nel 2007) ma sono pure diventati elemento unificante di orgoglio nazionale per un Paese, con diverse componenti etniche (ad esempio una importante minoranza di origine magiara), un passato anche recente travagliato. Un’indicazione significativa di quanto si può fare con la musica.
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