Una vera e propria sfida: martedì primo ottobre il
melodramma verdiano Simon Boccanegra inaugurerà il "Festival
Verdi" a Parma, al Teatro Regio della Città Ducale, e
mercoledì 9 ottobre inaugurerà la Stagione d’Opera 2013-2014 del Teatro
Regio di Torino.
Nessuno dei due allestimenti è nuovo: quello di Parma, a cura di Hugo
de Ana, sì già visto nello stesso teatro nel 2004, mentre a Torino,
l’opera va in scena nell’allestimento creato per il Regio nel 1979 –
ripreso nel 1995 – da Sylvano Bussotti, artista poliedrico,
pittore, poeta, romanziere, attore, scenografo, costumista, la cui
attività teatrale intreccia da molti anni la composizione musicale alla
regia, che di questo Simon Boccanegra ha curato ogni aspetto
dell’allestimento: scene, costumi e regia.
Ho visto ambedue gli allestimenti: spartano ma efficace quello di De Ana,
molto suggestivo quello di Bussotti che è stato presentato anche a
Venezia e Bologna.
Il Festival Verdi – in serie difficoltà finanziarie – presenta anche una
nuova produzione de I Masnadieri e un allestimento storico di Falstaff,
unitamente ad alcuni concerti (di cui uno dedicato a Wagner in
occasione del bicentenario dalla nascita).
A Torino Boccanegra sarà concertato dal direttore musicale del
Regio Gianandrea Noseda che, confermando il suo forte legame con
il Teatro, a novembre condurrà i complessi artistici del Regio durante la
tournée giapponese. Bussotti nel tempo ha stabilito un rapporto di grande
rispetto nei confronti delle opere: «quel che cerco di fare quando mi
chiedono di mettere in scena un’opera del passato» raccontò in
un’intervista a ridosso della “prima” del '95 «è di immergermi in maniera
maniacale nel libretto e nella partitura. Forse la conoscenza musicale mi
aiuta a sentire il libretto come fatto musicale. Non faccio mai violenza
alle didascalie dei libretti d’opera: le raccomandazioni dell’autore
vanno dilatate, rese significanti». E se nel 1995 considerava una sfida,
se non un azzardo, riproporre lo spettacolo dopo sedici anni, oggi
confida in un’intervista a Giorgio Rampone: «a distanza di tanto tempo, probabilmente
lo è di meno. Naturalmente, le messe in scena sono un qualcosa di
effimero, a differenza della materia musicale, che può non esserlo
affatto. E questo è certo il caso di Simon Boccanegra, un’opera
che non ha mai avuto bisogno di conferme. Capovolgendo i termini della
questione, dopo tutti questi anni è come se ci si trovasse di fronte a
qualcosa di nuovissimo». Dopo trentaquattro anni, il suggestivo
spettacolo rivivrà nella ripresa di Vittorio Borrelli, «un professionista
della scena eccezionale, che tutti i teatri invidiano al Regio», chiosa
Bussotti.
In questa lettura del melodramma verdiano si sottolinea in modo
suggestivo la presenza del mare. Tratto connotante dell’opera è
«il colore, non ci sono dubbi – afferma Gianandrea Noseda – nessun altro
titolo verdiano è scuro quanto Simon Boccanegra:
nell’orchestrazione, nelle atmosfere, nel trattamento delle voci.
Ricavare questa tinta, di forte valenza evocativa, diventa l’obiettivo
principale del direttore d’orchestra». Per il ruolo di Simon
Boccanegra, Verdi aveva previsto un interprete dalle grandi doti
attoriali oltre che canore: il protagonista dell’inaugurazione del Regio
sarà Ambrogio Maestri, baritono dalla grande personalità scenica e
dall’interpretazione vocale autorevole, applaudito in tutto il mondo per
i suoi personaggi verdiani. Maestri torna al Regio dopo il Simon
Boccanegra del 2003 (allestimento di Graham Vick) e Un
ballo in maschera del 2004.
Il soprano María José Siri torna al Teatro Regio nel ruolo della
figlia del Doge dopo le sue appassionate interpretazioni di Tosca e di
Maddalena (Andrea Chénier) le scorse stagioni.
Michele Pertusi, uno dei bassi italiani più esperti nei ruoli
verdiani e rossiniani, sarà Jacopo Fiesco. Completano il cast: Roberto
De Biasio (Gabriele Adorno), Alberto Mastromarino (Paolo
Albiani) e Fabrizio Beggi (Pietro). Maestro del Coro è Claudio
Fenoglio.
A Parma l’opera sarà concertata da Jader Bignamini, uno dei
direttori più promettenti della nuova generazione. I protagonisti saranno
Roberto Frontali, Giacomo Prestia, Carmela Remigio,
Diego Torres, Marco Caria e Seung Pil Choi.
Boccanegra è, senza dubbio, una delle più belle opere di Verdi.
Dopo un lungo periodo di oblio è stata rivalutata grazie alle
interpretazioni di Gianandrea Gavazzeni e Claudio Abbado.
Occorre chiedersi se i teatri non potrebbero coordinare meglio la loro
offerta. Anche in quanto Boccanegra, diretto da Riccardo Muti, ha
inaugurato la stagione 2012-203 dell’Opera di Roma.
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