Circa dieci anni fa, nell’aula magna
della sede di Bologna della Scuola
superiore della pubblica amministrazione
(Sspa), il premio Nobel
per l’economia 1980, Lawrence R.
Klein, ha dedicato (gratis et amori
Dei) un’intera giornata al lavoro
di docenti e ricercatori della Sspa
su chi comunica news e anticipazioni.
Da econometrico di rango
ha indicato la strada di un nuovo
strumento per interpretare le indagini
campionarie (quali quelle
sui consumi o sul grado di fiducia
di famiglie e di imprese) elaborate
periodicamente da istituti di ricerca
e utilizzarle per formulare previsioni
quantitative. È uno strumento
semplice basato su un processo
di riduzione dei dati da impiegare:
nell’illustrarlo per la prima volta a
Bologna, Klein ha mostrato come
lui stesso lo ha applicato, in via
sperimentale, al fine di toccare con
mano se e in quale modo ha capacità
predittive dei consumi Usa,
specialmente dopo un evento traumatico
e di grande impatto mediatico,
quale gli avvenimenti dell’11
settembre 2001. L’analisi di Klein
non aveva meri fini scientifici di natura
accademica. Si inquadrava in
un programma di studi della Sspa;
per questo motivo le sue conclusioni
sono state presentate in
Italia e in una delle sedi della Sspa
piuttosto che a Phildelphia (università
dove è professore emerito) o
a New York, dove le Nazioni Unite
hanno da decenni adottato, come
loro strumento interpretativo e
predittivo, il suo modello econometrico
dell’economia mondiale. Perché
lo ricordiamo? Il programma
di studi (abbandonato negli ultimi
anni) era strettamente connesso
al tema di come i dirigenti pubblici
interpretano quanto leggono sulla
stampa o vedono in televisione.
Il programma aveva l’obiettivo di
quantizzare in che modo le news,
ossia uno dei principali prodotti dei
giornalisti, incidono sui comportamenti
economici; per la prima
volta in Europa, la Sspa lo ha
affrontato in un comparto dell’economia
reale (il mercato del lavoro)
in cui la regolazione e l’intervento
pubblico (e, quindi, i comportamenti
di dirigenti pubblici, non solo
di lavoratori e di imprese) hanno
molto rilievo e nello studiare l’inflazione
percepita nella transizione tra
lira ed euro, tramite a) una rilevazione
campionaria delle reazioni di
dirigenti pubblici a news; b) un’analisi
dell’interazione, nell’ultimo
decennio, tra news e indicatori del
mercato del lavoro in uno studio
e di inflazione percepita nell’altro;
c) casi di studio sull’andamento
del mercato del lavoro attraverso
gli annunci di ricerca di personale
pubblicati dai maggiori quotidiani;
d) un esame delle reazioni dei
lavoratori alle news sul futuro delle
pensioni di anzianità; e) analisi
econometriche di come la stampa
ha riportato le informazioni su transizione
alla moneta unica e inflazione
percepita. L’obiettivo è stato
operativo: come, e in che misura,
nella formazione professionale
del management pubblico si deve
tenere conto dell’incidenza delle
news in mercati in cui la mano
pubblica è sia significativa sia visibile.
Klein ha analizzato la capacità
interpretativa e predittiva delle indagini
sui consumi Usa pubblicate
mensilmente dall’Università del
Michigan, dall’Industrial national
conference board e dall’Union des
banques suisses – insomma le
tre maggiori indagini mensili Usa,
prese a modello pure nel resto
del mondo. Sono quelle utilizzate
più frequentemente in news e
commenti giornalistici. Se i risultati
delle indagini campionarie vengono
integrate con uno strumento
econometrico, la loro capacità predittiva
diventa molto forte, come
dimostrato proprio dall’impiego
fattone da Klein per interpretare
e prevedere i comportamenti dei
consumatori dopo l’11 settembre
2001. Perché ricordare tutto ciò?
Si annuncia, in tutta Europa, un
nuovo “autunno caldo” in cui le
news, e l’informazione in generale,
saranno quanto mai essenziali per
interpretare come fenomeni e politiche
economiche vengono “letti”
da consumatori, produttori ed elettori
in generale. Non è il caso di
riprendere gli studi (e le attività di
formazione) che in Italia sono stati
interrotti da circa un lustro mentre
– basta sfogliare le maggiori riviste
economiche – nel resto del mondo
fioriscono e portano a risultati
sempre più interessanti?
della sede di Bologna della Scuola
superiore della pubblica amministrazione
(Sspa), il premio Nobel
per l’economia 1980, Lawrence R.
Klein, ha dedicato (gratis et amori
Dei) un’intera giornata al lavoro
di docenti e ricercatori della Sspa
su chi comunica news e anticipazioni.
Da econometrico di rango
ha indicato la strada di un nuovo
strumento per interpretare le indagini
campionarie (quali quelle
sui consumi o sul grado di fiducia
di famiglie e di imprese) elaborate
periodicamente da istituti di ricerca
e utilizzarle per formulare previsioni
quantitative. È uno strumento
semplice basato su un processo
di riduzione dei dati da impiegare:
nell’illustrarlo per la prima volta a
Bologna, Klein ha mostrato come
lui stesso lo ha applicato, in via
sperimentale, al fine di toccare con
mano se e in quale modo ha capacità
predittive dei consumi Usa,
specialmente dopo un evento traumatico
e di grande impatto mediatico,
quale gli avvenimenti dell’11
settembre 2001. L’analisi di Klein
non aveva meri fini scientifici di natura
accademica. Si inquadrava in
un programma di studi della Sspa;
per questo motivo le sue conclusioni
sono state presentate in
Italia e in una delle sedi della Sspa
piuttosto che a Phildelphia (università
dove è professore emerito) o
a New York, dove le Nazioni Unite
hanno da decenni adottato, come
loro strumento interpretativo e
predittivo, il suo modello econometrico
dell’economia mondiale. Perché
lo ricordiamo? Il programma
di studi (abbandonato negli ultimi
anni) era strettamente connesso
al tema di come i dirigenti pubblici
interpretano quanto leggono sulla
stampa o vedono in televisione.
Il programma aveva l’obiettivo di
quantizzare in che modo le news,
ossia uno dei principali prodotti dei
giornalisti, incidono sui comportamenti
economici; per la prima
volta in Europa, la Sspa lo ha
affrontato in un comparto dell’economia
reale (il mercato del lavoro)
in cui la regolazione e l’intervento
pubblico (e, quindi, i comportamenti
di dirigenti pubblici, non solo
di lavoratori e di imprese) hanno
molto rilievo e nello studiare l’inflazione
percepita nella transizione tra
lira ed euro, tramite a) una rilevazione
campionaria delle reazioni di
dirigenti pubblici a news; b) un’analisi
dell’interazione, nell’ultimo
decennio, tra news e indicatori del
mercato del lavoro in uno studio
e di inflazione percepita nell’altro;
c) casi di studio sull’andamento
del mercato del lavoro attraverso
gli annunci di ricerca di personale
pubblicati dai maggiori quotidiani;
d) un esame delle reazioni dei
lavoratori alle news sul futuro delle
pensioni di anzianità; e) analisi
econometriche di come la stampa
ha riportato le informazioni su transizione
alla moneta unica e inflazione
percepita. L’obiettivo è stato
operativo: come, e in che misura,
nella formazione professionale
del management pubblico si deve
tenere conto dell’incidenza delle
news in mercati in cui la mano
pubblica è sia significativa sia visibile.
Klein ha analizzato la capacità
interpretativa e predittiva delle indagini
sui consumi Usa pubblicate
mensilmente dall’Università del
Michigan, dall’Industrial national
conference board e dall’Union des
banques suisses – insomma le
tre maggiori indagini mensili Usa,
prese a modello pure nel resto
del mondo. Sono quelle utilizzate
più frequentemente in news e
commenti giornalistici. Se i risultati
delle indagini campionarie vengono
integrate con uno strumento
econometrico, la loro capacità predittiva
diventa molto forte, come
dimostrato proprio dall’impiego
fattone da Klein per interpretare
e prevedere i comportamenti dei
consumatori dopo l’11 settembre
2001. Perché ricordare tutto ciò?
Si annuncia, in tutta Europa, un
nuovo “autunno caldo” in cui le
news, e l’informazione in generale,
saranno quanto mai essenziali per
interpretare come fenomeni e politiche
economiche vengono “letti”
da consumatori, produttori ed elettori
in generale. Non è il caso di
riprendere gli studi (e le attività di
formazione) che in Italia sono stati
interrotti da circa un lustro mentre
– basta sfogliare le maggiori riviste
economiche – nel resto del mondo
fioriscono e portano a risultati
sempre più interessanti?
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