mercoledì 17 luglio 2013

La Herlitzius domina l’Elektra di Strauss ad Aix in Musica 18 luglio



STRAUSS Elektra E. Herlitzius, W. Meier, A. Pieczonka, M. Petrenko, T. Randle, F. Mazura, F. Hoffmann, D. McIntyre, R. Behle, B. Hyman, A. Hill, S. Hablowetz, M-E, Munger, R. Alexander. Coro Gulbenkian. Orchestre de Paris, direttore Esa-Pekka Salonen. Regia, Patrice Chéreau. Scene, Richard Peduzzi. Costumi, Caroline de Vivaise
Aix-en-Provence, Grand Théâtre de Provence, 10 luglio 2013
È la prima volta che Patrice Chéreau (e la sua équipe preferita per scene, costumi e luci) ed Esa-Pekka Salonen si cimentano con il capolavoro di Strauss e Hofmannsthal (lo spettacolo approderà in seguito anche alla Scala) e l’esito è stato magnifico.
In cosa differisce la concezione registica di Chéreau -- presentata al Festival di Aix-en-Provence -- da altre produzioni del capolavoro straussiano viste di recente? La differenza principale è che alla tragedia degli Atridi viene tolta la consueta patina freudiana. La vicenda viene presentata come un dramma familiare in cui le emozioni vengono vissute con immediatezza, senza filtri interpretativi. L’atmosfera sembra evocare una recente guerra balcanica, e l’azione si svolge nella corte interna di un palazzo costruito con materiali poveri (molto efficace la scena di Peduzzi). La regia esige molto dagli interpreti, che devono cantare danzando o facendo esercizi ginnici, ma è piena di idee innovative: Oreste per esempio non si sporca le mani con Egisto ma lo fa trafiggere dal suo anziano precettore. In un contesto di estrema crudezza e crudeltà non mancano però momenti di grande tenerezza, specialmente nelle scene tra Elettra e Clitennestra ed Elettra e Oreste.
Interessante la direzione di Salonen. Non solo mantiene un buon equilibrio tra buca e palcoscenico (sempre la preoccupazione principale di chi concerta quest’opera), ma ottiene un’esecuzione molto reattiva dall’Orchestre de Paris, pur con una resa coloristica per qualche aspetto insolita. Salonen concerterà l’opera alla Scala e sarà interessante sentirlo con un’orchestra differente da quella francese.
Di grande livello le tre interpreti principali, specialmente Evelyn Herlitzius, protagonista tanto magistrale quanto straziante, Adrianne Pieczonka (Crisotemide) e Waltraud Meier (Clitennestra), anche se quest’ultima, nella lunga scena con la figlia, ha scansato le note più gravi. Tra le voci maschili eccelle Mikhail Petrenko (Oreste). In due ruoli minori troviamo, ancora in buona forma vocale, due icone del passato: il novantaduenne Franz Mazura (Precettore di Oreste) e il settantanovenne Donald McIntyre (Vecchio Servo). Un omaggio di Chéreau all’amicizia. Hanno lavorato assieme al Ring di Bayreuth quando il regista aveva soltanto trentun anni.
Giuseppe Pennisi


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