InScena
Ad Aix en Provence son tutti pazzi per Elena
di Giuseppe
Pennisi
A 350 anni dalla prima a Venezia,
Elena di Francesco Cavalli è la grande riscoperta del Festival di Aix en
Provence (in scena fino al 27 luglio). La producono 8 teatri di Francia e
Portogallo dove si vedrà, per un totale di circa 50 recite, nella stagione
2013-14. Si parla di tournée in Italia a cominciare dal Veneto.
Un organico di undici strumenti compone la Cappella Mediterranea, orchestra
creata e diretta da Leonardo García Alarcón. La spigliata regia è di Jean-Yves
Ruf, la scena unica di Laure Pichot prevede facili cambiamenti di luogo.
Completano lo spettacolo, godibile e a basso costo, 13 giovani cantanti-
attori. La Elena del titolo è quella della guerra di Troia, ma le vicende
riguardano la sua adolescenza spregiudicata di ragazza abile nelle arti
marziali e pazzamente desiderata da tre giovani fra cui Menelao che, per farla
sua moglie, si traveste da amazzone. Lo spettacolo è ricco di equivoci e di
molte situazioni erotiche (temperate, poiché Cavalli era il Maestro della
Cappella Ducale), ma anche di spunti profondi - si può essere rivali della
propria maschera?- e lieto fine. Sotto il profilo musicale, sorprende un
linguaggio per l'epoca molto avanzato con arie da coloratura, duetti pieni di
melodia, quartetti, danze buffonesche, come quella degli orsi, e anche un
concertato. Fra le voci spiccano i quattro protagonisti Valer Barna-Sabadus, un
contro-tenore di cui si parlerà a lungo per il registro che riesce a
raggiungere, Ernöke Baráth, ossia la bella Elena, Fernando Guimarãe, il
fedifrago Teseo, e Solenn' Lavanant Linke, sua moglie, un'abilissima tiratrice
di spada. (riproduzione riservata)
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