domenica 28 luglio 2013

Formula vincente per Puccini in Avvenire 28 luglio



Formula vincente per Puccini


DA TORRE DEL LAGO

A lle cattive notizie che giungono dal Carlo Felice di Genova e dal Maggio Fiorentino, se ne giu­stappongono buone dal festival pucci­niano di Torre del Lago, manifestazione considerata con sufficienza perché in vasto teatro all’aperto (privo di un’acu­stica ottimale) e frequentata in gran par­te dai turisti in Versilia. La Tosca che ha debuttato il 26 luglio segna una svolta importante di una rassegna che due an­ni fa aveva perso quasi tutto il finanzia­mento pubblico, ma era riuscita a vive­re importando produzioni dalla Cina e dal Giappone. Ora una legge la include tra le quattro manifestazioni italiane «di importanza internazionale» ed ha un supporto assicurato. La svolta è soprat­tutto organizzativa: sulla scia di Aix-en-Provence e Salisburgo, nella convinzio­ne che solo cooperando si riesce a divi­dere i costi, la Tosca di Torre del Lago è una grande co-produzione internazio­nale, in cui hanno messo insieme le pro­prie risorse la Fondazione Puccini, il Pa­lau de les Arts Reina Sofia di Valencia, l’Opéra di Monte­carlo, il Teatro Regio di To­rino e il nuovo lirico di Tianjin in Cina. La formula delle grandi co-produzioni comporta una certa omolo­gazione, ma è l’unica stra­da per far sopravvivere quel teatro in musica che richie­de grandi organici.

L’opera in scena a Torre del Lago è affidata alla regia del monegasco Jean-Louis Grinda che pro­pone una visione colossal di una Roma barocca, sensuale e perversa, con una ri­costruzione dei luoghi effettuata con po­chi elementi corredati da scene dipinte e diapositive. È fedele al libretto e “tra­dizionale” nel migliore degli accenti che ha questo aggettivo. Curatissima la re­citazione, pensata per piacere al pub­blico di vari Paesi. La bac­chetta di Alberto Veronesi (specialista di questo reper­torio) è puntuale, Marco Berti (Cavaradossi) è un te­nore generoso con un tim­bro chiaro e una dizione perfetta; Norma Fantini è u­na Tosca passionale ed osti­nata, da apprezzare soprat­tutto nelle mezze voci e nel fraseggio. Il giovane barito­no Gabriele Viviani è un ef­ficace Scarpia. Applausi dopo le arie e i duetti più noti e ovazioni al termine.

Giuseppe Pennisi

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