venerdì 12 luglio 2013

Elektra di Strauss si schiera contro la guerra in Avvenire 12 luglio


Elektra di Strauss si schiera contro la guerra


DA AIX EN PROVENCE

GIUSEPPE PENNISI


S alutata da grande suc­cesso, l’edizione di E­lektra

di Strauss e Hof­mannsthal che ha debuttato il 10 luglio al Festival di Aix­en- Provence e sostituirà alla Scala l’allestimento di Luca Ronconi e Gae Aulenti: venti minuti di standing ovation dopo due ore di estrema ten­sione. Il nuovo allestimento è coprodotto, oltre che dal Fe­stival provenzale e dalla Sca­la (dove sarà nel 2014), dal Metropolitan di New York, dalla Staatsoper di Berlino, dal Liceu di Barcellona e dal­l’Opera Nazionale di Hel­sinki; già altri teatri ne han­no prenotato il noleggio. Se­gna il debutto di Patrice Ché­reau e di Esa-Pekka Salonen con il lavoro. Debutto im­portante perché viene ri­baltata l’enfasi sul significa­to freudiano dato di con­sueto all’opera (anche in quanto la sua prima ebbe luo­go nel 1909, agli inizi della psicoanalisi).

Chéreau è laico, ma non lai­cista. Salonen è un devoto lu­terano. Insieme scavano nel significato religioso del lavo­ro di Strauss e Hofmannsthal, cattolici praticanti. Portato in tempi contemporanei di guerre balcaniche (dove fa­miglie si divisero tra opposti schieramenti), il dramma mostra che in un mondo sen­za Dio non resta che solitu­dine (quella della protagoni­sta) e conflitto (tutti gli altri). Un quadro disperato e di­sperante in cui Chéreau e Sa­lonen mostrano come lo sno­do del lavoro è il confronto tra Elettra e Clitennestra sul concetto del perdono (ri­chiesto dalla seconda, ma negato dalla prima). Imper­niando il lavoro su questo confronto, Chéreau e Salo­nen evidenziano come sia l’azione sia la musica abbia­no una struttura a ellisse; un’introduzione quasi con­trappuntistica (il dialogo del­le ancelle per preparare al monologo di Elettra) è inse­rita tra due altri confronti, quelli tra Elettra e Crisotemi­de (rispettivamente sul si­gnificato della vita e sul valo­re della vendetta). In tutta questa parte centrale si so­vrappongono due tonalità musicali molto differenti per unificarsi dalla scena del ri­torno di Oreste e predispor­re il do maggiore della danza macabra finale.

Attentissima e piena di spun­ti la regia, che chiede ai can­tanti di essere anche atleti. Di grande livello la concertazio­ne di Salonen che tiene mol­to bene l’equilibrio tra buca e voci ed enfatizza i momen­ti atonali della partitura. Un po’ sbiadite, alla prima. le tin­te dell’Orchestre de Paris, u­na sfida lanciata ai comples­si scaligeri. Di grande livello il cast vocale, specialmente Evelyn Herlitzius (Elektra) e Adrianne Pieczonnka (Criso­temide). Waltruad Meier (Cli­tennestra) ha però scansato i registri più gravi (dato che da anni canta ruoli di soprano). Tra le voci maschili eccelle Mikhail Petrenko (Oreste). In due ruoli minori troviamo, ancora in buono stato, due i­cone del passato: il 92nne Franz Mazura (Precettore di Oreste) e il 79nne Donald M­cIntyre ( Vecchio Servo). Un omaggio di Chéreau all’ami­cizia. Hanno lavorato assie­me al Ring rivoluzionario di Bayreuth (1976-80) quando Chéreau aveva 31 anni e sul podio c’era Pierre Boulez.

© RIPRODUZIONE RISERVATA Grande successo dell’Elektra di Strauss e Hofmannsthal Per la prima di Aix-en-Provence venti minuti di standing ovation L’antico dramma riletto in chiave moderna per i conflitti balcanici



http://avvenire.ita.newsmemory.com/newsmemvol1/italy/avvenire/20130712/p251207spe1.pdf.0/img/Image_5.jpg

Una scena della prima dell’Elektra

Nessun commento: