lunedì 1 luglio 2013

Il caso I banchieri che si intascano gli aiuti in Avvenire 29 giugno



Il caso I banchieri che si intascano gli aiuti


DI GIUSEPPE PENNISI « B eh……nessu­no è perfetto». La celebre battuta pronunciata da George Raft in chiusura al film di Billy Wilder «A Qual­cuno Piace Caldo» pare cu­cita su misura per gli alti funzionari della troika. Quelli che osserva­no il ceto medio gre­co scivolare nella povertà e quello a basso reddito nel­l’indigenza, mentre manager di banche greche si stanno gonfiando le tasche con gli aiuti che i contribuenti euro­pei e il Fmi erogano alla Re­pubblica Ellenica.

Il caso più clamoroso è quel­lo dell’amministratore dele­gato della Banca del Pireo: convertendo le proprie «vecchie» stock options in nuovi titoli (garantiti dalla troika) ha accusato in un primo momento una perdi­ta nominale, ma che, grazie alle tutele europee è diven­tata un utile netto di 5 mi­lioni di euro. Lo ha «dimo­strato » un lavoro di Spyros Pagratis della Facoltà di E­conomia dell’Università di Atene, sulla cui bozza tanto la Banca del Pireo quanto il suo Ad quanto – nonché al­ti funzionari della troika – hanno declinato di offrire commenti.

Ora in lavoro è in corso di pubblicazione su una rivista scientifica Usa, non avendo trovato ospitalità in Europa. Facciamo due conti. Dei 206 miliardi di euro di aiuti sino ad ora erogati ad Atene (di cui, secondo dati Fmi, 50 dal governo italiano), 60 sono affluiti direttamente alle banche. I cui manager ave­vano (ed hanno) un indub­bio vantaggio informativo rispetto agli altri cittadini greci. Inoltre, i piani della troika prevedono una rapi­da privatizzazione degli isti­tuti. Chi sapeva (e poteva) ha trasformato titoli-spaz­zatura in titoli garantiti (con un valore nominale iniziale decurtato) conquistando così posizioni di rilievo nel­l’azionariato. Non solo: il va­lore delle opzioni di acquisto a termine è aumentato ver­tiginosamente negli ultimi anni, ed ora è pari a quattro volte quanto ottenuto dalla Grecia vendono a un’impre­sa dell’Azerbajan la propria azienda di Stato (Desfa) per la distribuzione di gas natu­rale.

Soltanto alla Banca nazio­nale greca il management è stato cambiato. Nelle altre è rimasto nelle proprie pol­trone, con una prelazione implicita per trasformare in utili privati gli aiuti alla col­lettività in forma perfetta­mente legale. A chi obietta che in altri ca­si (ad esempio, gli aiuti al­l’Asia dopo la crisi ) il Fmi impose regole strette in ma­teria di cambiamento dei manager e di divieto di con­versione di stock options, viene detto che in base al Trattato di Lisbona non si può discriminare tra citta­dini europei. Tuttavia, la troika, tanto solerte nel pro­porre misure di austerità, a­vrebbe potuto suggerire al Governo ellenico nuovi ma­nager alla guida delle ban­che e il congelamento dello stock options sino a tempi migliori. Proprio perché «Nessuno è perfetto». Ap­punto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA Il divieto di fare distinzioni tra cittadini europei ha impedito di vietare ai manager degli istituti greci salvati dall’Ue di incassare «stock option» tornate a valere milioni di euro

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