Aida contro Aida, la Fura sfida la tradizione
di Giuseppe Pennisi
L'Arena di Verona celebra il centenario. Il
festival 2013 è iniziato il 14 giugno con Aida di Verdi (l'opera che inaugurò
nel 1913 la lirica in Arena) e termina l'8 settembre sempre con Aida.
Sono sul palco due sceniche molto differenti: la prima è una nuova
produzione affidata a La Fura del Bauls, la seconda è una rievocazioni dello
spettacolo «storico» del 1913. Nell'immaginario popolare, Aida è l'opera
colossale per eccellenza, adatta per grandi spettacoli all'aperto. In realtà, è
stata commissionata per il vecchio Teatro dell'Opera del Cairo (una capienza di
800 posti), modellato sul Teatro Valle di Roma, particolarmente amato dal
Khedivé d'Egitto, alla cui Corte l'italiano era la lingua franca. Verdi pensava
a un dramma in musica intimista in cui solo in alcune scene ci sono più di tre
personaggi sul palcoscenico. Alla prima al Cairo il coro era di 20 persone
(oltre 200 all'Arena). Molto tecnologica la produzione de La
Fura del Bauls, che appare molto spettacolare. In numerosi punti è prossima al
Ring wagneriano presentato da La Fura a Firenze e a Valencia. La ripresa
dell'allestimento storico è graziosa come le figurine Liebling. In questo
ultimo quarto di secolo si è visto molto spesso in Arena. Nella versione high tech sono apprezzabili
la concertazione di Omer Meier Wellber e Hui Hue nel ruolo della protagonista.
L'Arena non ha più l'acustica di un tempo ed è,
come molti teatri all'aperto, amplificata. Presenti anche voci d'epoca che a
Verona hanno un pubblico di fedeli appassionati.
La stagione del centenario ha titoli sicuri come Nabucco con la regia di
Gianfranco De Bosio, La Traviata vista da Hugo de Ana, Il Trovatore allestito
da Zeffirelli, Rigoletto nella produzione di Ivo Guerra, Roméo et Juliette
diretto da Francesco Micheli e il Requiem verdiano. (riproduzione riservata)
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