Tristano secondo i Santasangre
Rimini, Sagra Malatestana, Teatro degli Atti. In scena salgono i Santasangre. E le musiche sono di Olivier Messiaen. Il mito di Tristano e Isotta reinterpretato secondo la tradizione quechua.
Scritto da Giuseppe Pennisi | domenica, 23 settembre 2012 · Lascia un commentoMessiaen e il collettivo Santasagre sembrano agli antipodi. Rigorosamente cattolico il primo, con una tecnica musicale che, pur senza scansare la dodecafonia e alcune delle innovazioni più ardite, combina estrema sofisticazione con espressività diretta per accattivare il grande pubblico. Profondamente innovatori i secondi, con azioni teatrali caratterizzate più dai movimenti del corpo e dalla gestualità che dalle parole. Hanno trovato il loro punto d’incontro in uno dei tre lavori di Messiaen dedicati al mito di Tristano ed Isotta: Harawi, Chant d’Amour et de Mort del 1945.
Messiaen – è noto – ha anche studiato a fondo le musiche etniche, nonché la possibilità di utilizzare strumenti non tradizionali (ad esempio, la testiera per il telegrafo) in composizioni canoniche, nonché il canto degli uccelli (elemento fondante della sua opera dedicata a San Francesco d’Assisi). Il nesso tra il collettivo Santasagre e Messiaen sta proprio nella valorizzazione della musica etnica. Nel Perù postcolonizzato, la grande fioritura di racconti mitologici e di canti che narrano dell’amore e della morte prende, nel suo complesso drammatico, rituale ed espressivo, il nome di Harawi, una parola dell’antico dizionario quechua. In questa tradizione, il tema mitico della congiunzione eterna di Eros in Thanatos diventa un enigma fosco.
Con la musica di Messiaen quasi di sottofondo, si svolge l’azione scenica. Così come nella partitura di Messiaen i riferimenti a Wagner (autore del Miskdrama più noto tratto dal mito di Tristano ed Isotta) sono rari e quasi parodistici, nell’azione non c’è riferimento né a Re Marco, né a Brangania, né a Melotto né a Kurneval. La coppia è sola; con apparizioni brevi di un ginnasta e di una falconiera. Non solo: non è una coppia giovane, come nell’immaginario, nella pittura e nelle interpretazioni cinematografiche. Un film su Tristano e Isotta negli Anni Sessanta fece scalpore perché si vedevano i due giovani, e bellissimi, corpi nudi, pur se in posizioni castissime. Qui i due protagonisti (sulle schermo nel fondo scena appaiono prima i nomi di Tristano e Isotta e poi quelli degli interpreti) non sono giovani né belli. Si cercano tra le nebbie, mentre vola un falco e il giovanotto mostra la propria maestria ginnica, si trovano, si toccano, pare che muoiano insieme, per risorgere e fare l’amore mentre il soprano canta l’ultima strofa appropriatamente intitolata Dans le noir da Messiaen. Mentre in Messiaen, l’amore tra i due protagonisti è un “riflesso, ancorché pallido, dell’amore di Dio”.
Giuseppe Pennisi
www.sagramusicalemalatestiana.it
Santasangre
– Harawi
Santasangre
– Harawi
Santasangre
– Harawi
Santasangre
– Harawi
Santasangre
– Harawi
Santasangre
– Harawi
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