Da Salisburgo alla Scala la marcia
de I Soldati
di Giuseppe Pennisi
Il lavoro di maggiore spessore e di maggior successo al Festival di
Salisburgo 2012 è Die Soldaten (I Soldati), di Berd Alois Zimmermann.
L'allestimento è coprodotto con La Scala dove si vedrà la prossima stagione in
una versione scenica adattata alla Sala del Piermarini rispetto a quella vista
alla Felsereitschule.

In uno smisurato boccascena le varie
scene vengono, a volte, rappresentate contemporaneamente mentre nel fondoscena
12 destrieri fanno esercizi da concorso ippico. All'impianto scenico di Alvis
Hermanis e ai costumi di Eva Dessecker (in stile di prima guerra mondiale)
corrispondono tre grandi orchestre, una in buca e due nei lati della cavea
dirette di Ingo Metzamacher, specialista in repertorio contemporaneo. In buca
prevalgono archi, fiati e ottoni. Ai lati percussioni e strumenti a corda.
L'azione è veloce: i quattro atti sono divisi da un unico intervallo.
Zimmermann (classe 1918) è rimasto per tutta la vita traumatizzato dai cinque
anni passati sul fronte orientale. L'opera (del 1965) è un apologo contro la
guerra che i soldati proseguono anche in tempo di pace, scatenandosi contro le
donne. È poco rappresentata perché richiede un organico enorme (circa 40
solisti tra cantanti e attori). Ciascuna delle 15 scene ha una rigorosa forma
musicale (strofa, ciaccona, toccata) ma i vari stili (da Bach a canzoni
popolari, fino a jazz e a sequenze da un Requiem gregoriano) si fondono in una
partitura d'impianto dodecafonica. Tra i solisti spicca Laura Aikin in un ruolo
impervio. (riproduzione riservata)
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