LA CINA È SBARCATA A ROMA,
CINQUE JET PER TURANDOT
Edizione
completa
Roma - Cinque jets appena giunti da
Pechino, 250 artisti e tecnici (tra solisti, coro, orchestra e accanisti), scene,
attrezzeria e costumi. Portano “Turandot” di Giacomo Puccini nell’edizione
della China National Opera House della capitale della Repubblica Popolare
Cinese, che è già stata in tournée oltre che in vari Paesi asiatici in Nord
America ed in Nord Africa. E’ il primo appuntamento in Europa. E, almeno per il
2012, l’unico in Italia: due sere (il 30 settembre ed il primo ottobre a Roma)
all’auditorium di Via della Conciliazione che, in queste ore viene preparato
all’evento: perde quattro file di poltrone per accomodarlo. Lo spettacolo – con
il quale viene inaugurata la stagione dell’Orchestra Sinfonica Romana
(un’iniziativa, creata e promossa dalla Fondazione Roma) – è di quelli da non
perdere; è difficile trovare i biglietti (tra l’altro a prezzi popolarissimi).
C’è molta attesa per varie ragioni. Lo spettacolo prodotto dal Maestro Yu Feng (anche alla guida dell’orchestra) viene considerato un esempio di come fare a basso costo ed a bassa tecnologia una messa in scena che al pubblico pare sontuosa. L’opera tradizionale cinese non richiede palcoscenici tecnologici in quanto, di norma, i cambi scena sono a vista (e si usa principalmente attrezzeria) e spesso l’orchestra (pochi elementi) è in scena. Pechino non dispone ancora di un teatro con un palcoscenico ‘moderno’; inoltre la produzione è stata concepita per andare in diversi e differenti teatri nell’Impero ed all’estero. Grande attenzione, quindi, a regia (Wang Huquan) e scene e costumi (Ma Lianqing e Zhao Yan), ispirati alla pittura cinese, nonché alla coreografia (Wang Quan) che in questo allestimento ha un ruolo maggiore di quello in gran parte delle produzioni occidentali. Sarà poi interessante ascoltare le voci: si tratta di giovani, in gran misura, i cui nomi non sono conosciuti in Occidente. A differenza di Yijie Shi, giovane tenore di agilità che ha studiato a Pesaro e questa settimana sarà il protagonista dei belliniani Puritani a Jesi, Li Shuang (Calaf), Wang Wei (Turandot), Yao Hong Ruan (Liù) e tutti gli altri vengono da conservatori cinesi: come renderanno gli acuti e le difficili ‘mezze voci’ pucciniane? Quale sarà la loro dizione in italiano? Occorre dire che lo spettacolo ha avuto grande successo in Canada dove c’è una vasta comunità italiana e dove il pubblico ha l’orecchio fino. Il coro (diretto da Chen Bing) è uso a grandi spettacoli. Più interessante sarà come l’orchestra interpreterà la complessa partitura di Puccini e la ancora più complessa scrittura di Franco Alfano per l’ultimo quadro (così elaborata che alla prima alla Scala nel 1926, Arturo Toscanini la semplificò brutalmente senza neanche chiedere il parere del compositore).
Con questa stagione, l’Orchestra Sinfonica di Roma compie dieci anni. Una scommessa vinta dalla Fondazione Roma, da Francesco La Vecchia che guida l’Orchestra e da tutti gli orchestrali. Il resto del programma si articola su due filoni: la grande sinfonia classica del Settecento e dell’Ottocento e la riscoperta del grande sinfonismo italiano del Novecento. Guidata d La Vecchia, l’orchestra ha inciso per una grande casa discografica internazionale (la Naxos), l’integrale di Casella e di Martucci e sta proseguendo con gli altri grandi maestri italiani, spesso purtroppo coperti da un velo di oblio. Grazie alle sue tournée internazionali, in dieci anni di attività l’Orchestra ha meritatamente acquisito una fama mondiale, come dimostra, tra l’altro, la vasta attività discografica. Con una politica di bassi prezzi, specialmente per i giovani e gli anziani, e con le sua attività concertistiche in ospedali ed istituti di detenzione e pena, l’Orchestra svolge anche un’importante attività sociale: fa conoscere la grande musica a chi ne sarebbe privo. In dieci anni, l’Orchestra si è costituita un pubblico fidelizzato che, a volte, si organizza per seguirla nelle tournée. E l’unica orchestra privata in Italia. Perché il Ministero non si accorge della sua esistenza? (ilVelino/AGV)
C’è molta attesa per varie ragioni. Lo spettacolo prodotto dal Maestro Yu Feng (anche alla guida dell’orchestra) viene considerato un esempio di come fare a basso costo ed a bassa tecnologia una messa in scena che al pubblico pare sontuosa. L’opera tradizionale cinese non richiede palcoscenici tecnologici in quanto, di norma, i cambi scena sono a vista (e si usa principalmente attrezzeria) e spesso l’orchestra (pochi elementi) è in scena. Pechino non dispone ancora di un teatro con un palcoscenico ‘moderno’; inoltre la produzione è stata concepita per andare in diversi e differenti teatri nell’Impero ed all’estero. Grande attenzione, quindi, a regia (Wang Huquan) e scene e costumi (Ma Lianqing e Zhao Yan), ispirati alla pittura cinese, nonché alla coreografia (Wang Quan) che in questo allestimento ha un ruolo maggiore di quello in gran parte delle produzioni occidentali. Sarà poi interessante ascoltare le voci: si tratta di giovani, in gran misura, i cui nomi non sono conosciuti in Occidente. A differenza di Yijie Shi, giovane tenore di agilità che ha studiato a Pesaro e questa settimana sarà il protagonista dei belliniani Puritani a Jesi, Li Shuang (Calaf), Wang Wei (Turandot), Yao Hong Ruan (Liù) e tutti gli altri vengono da conservatori cinesi: come renderanno gli acuti e le difficili ‘mezze voci’ pucciniane? Quale sarà la loro dizione in italiano? Occorre dire che lo spettacolo ha avuto grande successo in Canada dove c’è una vasta comunità italiana e dove il pubblico ha l’orecchio fino. Il coro (diretto da Chen Bing) è uso a grandi spettacoli. Più interessante sarà come l’orchestra interpreterà la complessa partitura di Puccini e la ancora più complessa scrittura di Franco Alfano per l’ultimo quadro (così elaborata che alla prima alla Scala nel 1926, Arturo Toscanini la semplificò brutalmente senza neanche chiedere il parere del compositore).
Con questa stagione, l’Orchestra Sinfonica di Roma compie dieci anni. Una scommessa vinta dalla Fondazione Roma, da Francesco La Vecchia che guida l’Orchestra e da tutti gli orchestrali. Il resto del programma si articola su due filoni: la grande sinfonia classica del Settecento e dell’Ottocento e la riscoperta del grande sinfonismo italiano del Novecento. Guidata d La Vecchia, l’orchestra ha inciso per una grande casa discografica internazionale (la Naxos), l’integrale di Casella e di Martucci e sta proseguendo con gli altri grandi maestri italiani, spesso purtroppo coperti da un velo di oblio. Grazie alle sue tournée internazionali, in dieci anni di attività l’Orchestra ha meritatamente acquisito una fama mondiale, come dimostra, tra l’altro, la vasta attività discografica. Con una politica di bassi prezzi, specialmente per i giovani e gli anziani, e con le sua attività concertistiche in ospedali ed istituti di detenzione e pena, l’Orchestra svolge anche un’importante attività sociale: fa conoscere la grande musica a chi ne sarebbe privo. In dieci anni, l’Orchestra si è costituita un pubblico fidelizzato che, a volte, si organizza per seguirla nelle tournée. E l’unica orchestra privata in Italia. Perché il Ministero non si accorge della sua esistenza? (ilVelino/AGV)
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