venerdì 21 settembre 2012

L'amore di Tristano e Isotta reso eterno dai Santasangre in Miano Finanza 22 settembre

InScena

L'amore di Tristano e Isotta reso eterno dai Santasangre

di Giuseppe Pennisi

Ha debuttato il 15 settembre alla Sagra Malatestiana e sarà presto in scena in varie città italiane, tra cui Roma. Harawi, Chant de l'Amour e de la Mort di Olivier Messiaen (di cui ricorrono i vent'anni dalla morte). È la prima volta che il lavoro per soprano e pianoforte del 1945 viene presentato in forma scenica.
Regia, scene, costumi e attori (che recitano senza profferire parola) fanno parte del gruppo sperimentale romano Santasangre. Harawi (ossia amore infinito nella lingua quechua di una tribù peruviana) è la prima delle tre opere di Messiaen ispirate al mito di Tristano e Isotta: dura poco più di un'ora. Con l'impianto e l'azione scenica dei Santasangre la vicenda viene trasferita in un agglomerato metropolitano dei nostri giorni e la coppia di innamorati è anziana, il lavoro diventa un'opera da camera facilmente trasportabile da uno spazio scenico a un altro.
C'è un equilibrio molto delicato tra la scrittura musicale di Messiaen e la rappresentazione scenica dei Santasangre. Matelda Viola è il soprano, al piano c'è Lucio Perotti. Per il musicista, rigorosamente cattolico, l'amore di coppia è un «pallido riflesso ma pur sempre un riflesso dell'amore divino». Per i Santasangre, un'Isotta di 65 anni e un Tristano di 70 (Maria Teresa Bax, Marcello Sambati) hanno, invece, un forte legame erotico che perdura anche dopo la morte. I ricordi della giovinezza sono affidati a un ginnasta e a una falconiera. Suggestive la proiezioni sceniche in cui le nebbie del mito celtico di Tristano e Isotta si alternano a visioni della periferia di una megalopoli. (riproduzione riservata)

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