giovedì 13 settembre 2012

.La ‘condizionalità’ di Draghi e il Sud in Mont Pélegrin del 13 settembre


.La ‘condizionalità’ di Draghi e il Sud

di Giuseppe Pennisi

Nel presentare il programma della Banca centrale europea (Bce) per l’acquisto d’obbligazioni di Stati in difficoltà, il Presidente dell’istituto ha più volto sottolineato che gli interventi saranno sottoposti a ‘condizionalità’. Per avere un’idea di cosa Draghi intenda, è utile riprendere in mano i verbali di quando faceva parte, su nomina del ministro del Tesoro Andreatta confermata, successivamente, dal ministro del Tesoro Goria, del Consiglio d’Amministrazione della Banca Mondiale. Si tratta di circa 25-30 anni fa quando uno dei temi centrali era il supporto che Banca Mondiale (e Fondo monetario) dovessero dare agli Stati principalmente dell’America Latina dopo la dichiarazione d’insolvenza da parte del Messico (1987), seguita a catena da quella di altri. Un tormentone che è stato risolto, alla fine, da un altro italiano, che oggi nessuno vuole ricordare: Bettino Craxi nella veste di rappresentate speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per i problemi del debito sovrano dei Paesi in via di sviluppo.



Draghi veniva considerato uno dei ‘falchi’ in questa materia in seno al Consiglio d’Amministrazione della Banca. Prendeva posizioni molto più ‘dure’ di quelle dei rappresentanti (nel CdA della Banca) degli Stati Uniti e della Germania. Anzi mentre gli Usa e la Repubblica federale allora lavoravano per una sanatoria per i Paesi più poveri e più indebitati, Draghi era parte di quel gruppo di consiglieri che si opponevano a tale misura sostenendo che al ‘condono’ sarebbero seguiti altri stravizi. Pure la Francia socialista apparteneva alla schiera dei ‘rigoristi’.



Cosa implica tutto ciò per il Mezzogiorno? Più produttività, meno assistenzialismo e riduzione della spesa pubblica.



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