Cosa farà la
Bce dopo la sentenza di Karlsruhe
DI GIUSEPE PENNISI L a sentenza della Corte Costituzionale tedesca ha rimosso un blocco importante sulla via del riassetto dell’eurozona: lo Esm potrà decollare. I giudici tedeschi hanno posto un limite a quello che potrà essere il contributo di Berlino, lasciando però la porta aperta ad ulteriori adeguamenti. A Karlsrhue, ma anche a Berlino, a Monaco e – quel che più conta – a Francoforte si sottolinea come sul giudizio della Corte incideranno le indicazioni concrete che verranno dalla Bce in termini di «condizionalità», termine pronunciato più volte da Mario Draghi nella conferenza-stampa del 6 settembre. È uno snodo chiave anche perché – lo si sussurra all’Eurotower – «la condizionalità è pure lo strumento per riavvicinare il presidente della Bundesbank al resto del Consiglio della Bce e al presidente della Banca di Francoforte, A riguardo, è utile riprendere in mano i verbali delle riunioni del Cda della Banca mondiale quando Mario Draghi vi faceva parte, su nomina del ministro del Tesoro dell’Italia, e uno dei temi centrali era il supporto che le istituzioni finanziarie internazionali dovessero dare agli Stati, principalmente dell’America Latina, dopo la dichiarazione d’insolvenza da parte del Messico (1987). Allora in seno al Cda della Banca mondiale Draghi veniva considerato uno dei «falchi» perché prendeva posizioni molto più dure di quelle dei rappresentanti degli Stati Uniti e della Germania. Anzi: mentre gli Usa e la Repubblica federale allora lavoravano per una sanatoria per i Paesi più poveri e più indebitati, Draghi era parte di quel gruppo di amministratori che si opponevano a tale misura sostenendo che al «condono» sarebbero seguiti altri stravizi. Pure la Francia socialista apparteneva alla schiera dei «rigoristi».
Tuttavia, Draghi, allievo di Federico Caffè, insisteva per bilanci in pareggio, riduzione dei debiti e privatizzazioni in quanto meritori in sé stessi ma come strumenti di crescita. La «condizionalità» – da applicarsi con rigore poiché
pacta sunt servanda
è il principio di base di un’economia di mercato – doveva essere finalizzata all’aumento della produttività e allo sviluppo, sbloccando i colli di bottiglia che frenano il potenziale dell’economia reale. Non è certo solo il presidente a definire le regole della «condizionalità Bce». Tuttavia, si può pensare che saranno specifiche per ciascun Paese che faccia domanda di supporto Esm e Omt e chiaramente monitorabili su base trimestrale. Se, ad esempio, la Spagna si rivolgesse ai due strumenti è verosimile che si chiederebbe un programma di riorganizzazione del settore bancario (tale da essere monitorato trimestralmente). Nel caso dell’Italia, sarebbe immaginabile la richiesta di misure contro la «lentocrazia» che sta bloccando l’attuazione di strumenti attuativi (decreti, regolamenti) delle ultime riforme. Se Draghi rammenta gli insegnamenti di Caffè, la «condizionalità» riguarderebbe anche la messa in atto di una rete di tutela sociale per i più disagiati.
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È possibile che le condizioni per accedere agli aiuti del fondo anti-spread vengano modulate a seconda dei Paesi Per l’Italia potrebbe essere inserita la «lentocrazia»
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