TEATRO/ L'opera di Roma unisce
estetica ed economia: è questo il vero "spettacolo"
lunedì 1
ottobre 2012
Riccardo Muti (Infophoto)
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Fa piacere potere parlare bene del Teatro dell’Opera
di Roma. Alla conferenza stampa di presentazione della stagione, sono
stati presentati dati che molti giornalisti hanno ignorato in quanto
provenienti dalle redazioni “spettacolo” e, quindi, più interessati agli
aspetti estetici che a quelli economico-finanziari. Il dato più importante è
che l’ultimo esercizio è stato chiuso con leggero attivo (0.7 milioni di euro).
Le determinanti non sono solamente gli interventi di Roma Capitale (che investe
considerevolmente nel teatro) ma un aumento significato degli incassi degli
abbonamenti (il 53%) e degli incassi (50%) registrato nelle ultime tre
stagioni: dal 2009 al 27 settembre 2012 le presenze di spettatori paganti sono
passate da 124.448 a 165.601 e gli incassi da 5.6 a 7.2 milioni di euro. Le
rappresentazioni sono aumentate del 34% complessivamente; un contributo
importante è stato dato dalla stagione estiva alle Terme di Caracalla. Ciò non vuole
dire che il futuro sia roseo e sereno. Non solo il Teatro dell’Opera, come
tutte le altre istituzioni, soffre a ragione del difficile quadro economico ma
l’avvicinarsi di una campagna per l’elezione del Sindaco di Roma accentua le
tensioni. Come si è visto nel recente sciopero del corpo di ballo in occasione
della prima di “Romeo e Giulietta”, un confronto sindacale in cui alcune sigle
sono parse strumentalizzate. Inoltre, a differenza de La Scala, l’Opera di Roma
non fruisce di quella autonomia che consente di programmare a medio termine con
miglioramento di qualità efficienza ed efficacia.
Andiamo ai contenuti Quattordici spettacoli, sette
nuove produzioni, cinque spettacoli di danza sono i numeri della ricca stagione
2012-2013. Sulla Stagione 2012-2013 dominano i due grandi dell’opera lirica:
Giuseppe Verdi e Richard Wagner, uniti dal comune bicentenario della nascita. A
questi si aggiunge Benjamin Britten, di cui si festeggia il centenario, sempre
della nascita. Un anno ricco di celebrazioni per autori diversi tra loro, ma
uniti dall’essere dei grandi della musica, dei creatori di capolavori.
Occasioni per ripensare alle loro opere, rivederle in scena con nuove letture
musicali e originali allestimenti.
Nel nuovo cartellone la parte del leone spetta a
Giuseppe Verdi, il padre del melodramma italiano, l’autore più amato,
conosciuto ed eseguito nel mondo (insieme a Giacomo Puccini).
Tre le opere di Verdi che andranno in scena nel corso
della stagione 2012-2013: Simon Boccanegra, I due Foscari, Nabucodonosor.
A Verdi sono dedicate le due tournée del Teatro dell’Opera all’estero. Tutte le
opere di Verdi saranno dirette dal Maestro Riccardo Muti, Direttore Onorario a
Vita del Teatro dell’Opera, oggi il più prestigioso e applaudito interprete
verdiano.
Di Richard Wagner andrà in scena un’opera tutta
romana: Rienzi. Composizione giovanile che ha per
argomento la storia del tribuno Cola di Rienzo. Un’opera di rara esecuzione,
totalmente “italiana” nell’argomento. Un piccolo gioiello musicale per
festeggiare Benjamin Britten: Curlew River, parabola scritta per
uno spettacolo da fare in chiesa. La musica del compositore inglese veste un
libretto che prende spunto da un no-drama medievale giapponese.
Sarà proprio la stagione verdiana a dare l’avvio alle
prestigiose tournée internazionali. Infatti, in marzo e agosto/settembre 2013
il Teatro dell’Opera porterà a San Pietroburgo I due Foscari e
quindi al Festival di Salisburgo Nabucodonosor, con la direzione
del Maestro Riccardo Muti.
Sono queste le due prime tournée a cui faranno
seguito, già nel 2014, altri importanti appuntamenti, anche oltre oceano.
Il Teatro dell’Opera di Roma ha conquistato – grazie alla presenza del Maestro
Riccardo Muti – un ruolo di prestigio tra i grandi Teatri di fama
internazionale.
Un interesse dimostrato già da qualche anno anche
dalle maggiori testate del mondo (giornali, siti, radio e tv) sempre più
presenti agli spettacoli del Teatro dell’Opera, sia al Costanzi che alle Terme
di Caracalla. La conquista di un ruolo nel panorama internazionale tra i grandi
Teatri è il segno di un intenso lavoro, condotto nell’arco delle recenti
stagioni, che premia la qualità delle esecuzioni, degli spettacoli e la
crescita artistica dell’Orchestra, del Coro guidato dal Maestro Roberto
Gabbiani e del Corpo di Ballo diretto da Micha van Hoecke.
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