sabato 1 dicembre 2012

Simon Boccanegra fa ringiovanire Muti in MIlano Finanza 1 dicembre



Simon Boccanegra fa ringiovanire Muti
di Giuseppe Pennisi

Inaugurazione in grande stile per la stagione 2012-2013 del Teatro dell'Opera di Roma con Simon Boccanegra di Verdi (in scena fino all'11 dicembre). L'occasione è ghiotta sotto il profilo musicale perché ha segnato il debutto (a 71 anni) di Riccardo Muti nella concertazione di un'opera in cui una dimensione politica si intreccia con una privata. È un lavoro pieno di richiami al melodramma, ma rivolto verso il futuro: basta pensare all'impiego dei fagotti e del clarinetto basso, inconcepibile senza l'esperienza wagneriana, in particolare del Tristan und Isolde.
A differenza di altri direttori d'orchestra che hanno affrontato troppo presto questa difficile partitura, Muti offre un Boccanegra per molti aspetti simile a quello che nel 2000 Abbado presentò a Salisburgo (differente da quello che lo stesso Abbado diresse alla Scala nel 1971), dominato da una tinta orchestrale cupa, ammorbidita dal richiamo alle onde del mare, che per il protagonista significano libertà. La regia di Adrian Noble, le scene rinascimentali di Dante Ferretti e la curata la recitazione rendono lo spettacolo di livello e giustificano le vere e proprie ovazioni al calar del sipario. Il baritono romeno George Petean è un Doge gigantesco con una vocalità ben distante da quelle delle altre tre voci gravi di Quinn Kelsey, Riccardo Zanellato e Dmitry Beloselskiy, fulcro della parte politica del dramma. Francesco Meli e Maria Agresta sono efficaci e toccanti nella giovane coppia al centro della sfera privata. (riproduzione riservata)


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