OPERA/
Natale sulle punte, il Don Chisciotte arriva a Roma
mercoledì 26 dicembre 2012
Un momento del Don Chisciotte
Dagli ultimi giorni dell’Avvento all’Epifania, i
teatri italiani riscoprono il balletto, specialmente quello tardo-romantico. Le
ragioni sono molteplici: in Italia, se non si torna ai grandi oratori scenici
del Seicento, Settecento e primi decenni dell’Ottocento, manca una tradizione
di teatro in musica religioso (come ad esempio Amahl and The Night Visitors
di Giancarlo Menotti) o fiabesco (come Hänsel e Gretel di Engelbert
Humperdinck) per famiglia; inoltre le poche fondazioni liriche (si contano
sulle dita di una mano) che hanno ancora un corpo di ballo, utilizzano questo
periodo per spettacoli di balletto “fuori abbonamento”, mentre gli abbonati
vanno in vacanza; infine il balletto ha un suo proprio pubblico che in gran
parte dell’anno opera in teatri minori, spesso con musica registrata, e in
queste settimane entra nelle grandi sale. Soltanto a Roma sono in programma una
mezza dozzina di spettacoli di balletto (più versioni de Lo Schiaccianoci che
in questi giorni compie 110 anni).
Al Teatro dell’opera, appena terminate le repliche,
nella più piccola sala del Nazionale, de Lo Schiaccianoci di Pëtr
Il'ic Cajkovskij, è arrivato nella sala grande del Costanzi Don Chisciotte,
di Ludwig Minkus che da sabato 22 dicembre è in scena , fuori abbonamento, per
una diecina di repliche sino al 5 febbraio. Una scelta gradita dal pubblico:
alla prima , nonostante nei giorni prossimi al Natale si riduca l’affluenza ai
teatri, la sala era piena e c’erano posti vuoti soltanto nei palchi laterali.
Dal 1979, quando è stato presentato per la prima volta a Roma in versione
integrale, Don Chisciotte, di Minkus è stato presentato a
Roma in una diecina di edizioni, sempre per numerose repliche.
E’ un balletto che ha una storia particolare.
Appartiene al genere tardo romantico (la prima è del 1870, ma la versione
corrente risale al 1871. Lo ideò Marius Petita, che allora faceva il bello e il
cattivo tempo in materia di danza nei Teatri Imperiali della Russia zarista.
Petita lo coreografò con Alexander Gorgsky . La musica venne commissionata a
Minkus, il quale nato in quella che ora è la Repubblica Cèca ma allora era
parte dell’Impero Austro-Ungarico, giunse da bambino a Vienna e diventò uno dei
musicisti di corte a San Pietroburgo dal 1869 al 1891 quando rientrò a Vienna,
dove, ormai anziano, ebbe scarsa fortuna professionale e morì in povertà perché
il Governo rivoluzionario sovietico gli tolse la pensione. I suoi balletti ,
numerosi , sono sempre stati in repertorio nell’URSS, ma non arrivarono in
Occidente che quando nel 1961 , all’aeroporto parigino di Le Bouget ,
Rudolf Nureyez chiese asilo politico. In effetti, il gran pas de deux del
terzo atto era noto perché George Balanchine, nato a San Pietroburgo ma
scappato in Occidente giovane, lo aveva incluso nel repertorio del New York
City Ballet.
Oggi Don Chisciotte è, con La
Bayadère, uno dei due balletti di Minkus più rappresentati. E’ nel
repertorio del Royal Ballet e del Teatro alla Scala nella versione aggiornata
da Nureyev e dell’American Ballet Theatre in quella curata da Mickail
Barishnikov. Recentemente, Alexey Ratmansky, uno dei coreografi più apprezzati
della giovane generazione, ne approntato un’edizione modernissima per lo Het
National Ballet di Amsterdam. Quindi anche se Minkus resta un compositore
eclettico e considerato un mestierante, si tratta di roba fine.
L’edizione presentata a Roma è marcatamente
tradizionale; la coreografia originale è rivista da Mickail Messerer, oggi uno
dei più noti coreografi russi. Molte belle le scene e molto eleganti i costumi
di Francesco Zito ed Antonella Conte, una vera festa di colori delicati per
rendere la Spagna come doveva essere immaginata nella Russia degli Zar nel 1870
e giù di lì. Buona la bacchetta di Nir Kabaretti alla prese con una partitura
meno banale di quel che sembra.
Il libretto del balletto ha poco a che vedere con lo
spirito del romanzo di Cervantes. Non manca la battaglia contro i mulini a
vento, ma l’intreccio (la contrastata storia d’amore della giovane Kitri e di
Basilio, intreccia tata alle rocambolesche avventure di Don Chisciotte e
del suo scudiero, Sancho Panza) è essenzialmente un pretesto per
giustapporre musica spagnoleggiante con musica neoclassica e ricordi di Vienna.
Sulla scena le star cubane Venus Villa e Rolando Sarabia si alternano con
i primi ballerini dello Staatsballett Berlin Iana Salenko e Dinu Tamazlacaru ,
con Alessandra Amato del Corpo di Ballo dell’Opera di Roma e Vito Mazzeo
principal dancer al San Francisco Ballet , nonché con Alessia Gay e
Alessio Rezza del Corpo di Ballo dell’Opera,. La sera della prima Venus Villa,
Rolando Sarabia e gli altri hanno ricevuto vere e proprie ovazioni.
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