MUSICA
SACRA/ Quel barocco "contemporaneo" che illumina il Natale capitolino
lunedì 17 dicembre 2012
Il concerto a Palazzo Doria Pamphilj
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Il periodo tra Natale e l’Epifania è dedicato, in
tutto il mondo, ai concerti di musica sacra, facendo spesso ricorso a
quell’enorme (e in gran parte non esplorato) scrigno che è la musica barocca.
Quasi sempre si tratta di concerti eseguiti in Chiese, sovente gratuiti o a
biglietti d’ingresso a prezzi nominali. Roma è una delle sedi naturali per
serie di concerti di questo tipo data la vastità del patrimonio barocco. Una
caratteristica che spesso notano i cronisti di tali concerti è la grande
presenza di pubblico giovane, anche di quello che di solito non frequenta le
Chiese. E’ un fenomeno non solo romano e non solo italiano. Lo si riscontra ad
esempio al Festival estivo di Salisburgo che da due anni inizia con una
“introduzione spirituale” dedicata in gran misura alla musica barocca. Non è un
caso, poi, che nella prima parte del Festival estivo di Salisburgo, la
Collegiata barocca dell’Università sia dedicata alla contemporaneità più
avanzata e a numerose prime mondiali.
Tralasciando intraprese principalmente
turistico-commercial-popolari (come il Christmas Festival in Rome), è
interessante notare come un fenomeno analogo si verifichi a Roma, considerata
coma una delle capitali europee della musica contemporanea. Barocco e
contemporaneità hanno molti punti in comune: l’improvvisazione,
l’interpolazione a secondo degli artisti di cui si dispone, l’essere eseguita
non solamente in luoghi pubblici (teatri, Chiese) ma anche e soprattutto in
ambienti privati (come i saloni dei Palazzi aristocratici), stili liberi (come
la sonata ed il capriccio), il senso del ritmo, la voce umana spinta agli
estremi.
L’Accademia Filarmonica Romana, nata circa 200
anni fa per iniziativa di giovani musicisti appassionati di quella che era
allora la musica contemporanea, è stata per decenni un elemento propulsivo
della modernizzazione a Roma. Lo è naturalmente ancora: ad esempio, nel 2013,
la stagione chiude in maggio con la prima mondiale di un dittico operistico
sulla condizione femminile. La stagione in corso è organizzata in vari
percorsi: uno di essi è dedicato al barocco (cinque concerti dal 6 dicembre
all’11 aprile) anche per riscoprire artisti e opere che stanno emergendo dall’oblio
Un esempio eloquente è il concerto eseguito (due
volte lo stesso giorno, il 13 dicembre) a Palazzo Doria Pamphilj (ora sede
dell’Ambasciata del Brasile) nella magnifica “sala per la musica”. Il
programma, imperniato su Corelli e sul giovane Händel del periodo romano, aveva
tutte la caratteristiche di contemporaneità in quanto costruito in gran misura
su “prime mondiali” di lavori riscoperti , che probabilmente in epoca barocca
hanno avuto solo una o due esecuzioni in serate private in Palazzi
principeschi. Eseguiva “Le Nuove Risonanze”, il complesso specializzato creato
nel 1995 da Fabio Bonizzoni (e ormai noto in tutto il mondo) su strumenti
rigorosamente d’epoca.
Unici pezzi noti: la breve modernissima sonata di
Corelli “Le Follie” e l’aria di Händel per castrato (la ha cantata il contralto
Elena Biscuola) Notte Placida e Cheta . Il resto era in gran
musica la scoperta di musica di Corella non concepita per la voce
(sonate) ma trasformate da Antonio Tonelli, violoncellista e compositore
in antifone mariane. In breve un “Corelli trasformato”, tutto da scoprire e da
gustare. Come abbiamo fatto a Palazzo Panphili in attesa che Bonizzoni e il suo
complesso ne traggano un cd.
© Riproduzione Riservata. emergendo dell’oblio.
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