Lucia di Lammermoor si mette in viaggio
di Giuseppe Pennisi
Otto teatri si sono coalizzati per ridare vita alla Lucia di Lammermoor
nell'edizione che dà lustro alle scene di Josef Svoboda e alla regia di Henning
Brockhaus. Presentata inizialmente nel 1993, si è vista fino al 2000 in Italia
e all'estero . Questo inverno, il viaggio è iniziato a Como e, dopo tappe a
Brescia e Novara, Jesi e Fermo, è tornata in Lombardia (Cremona e Pavia) per
approdare a metà gennaio a Ravenna. È un esempio da ripetere: con circa 30
repliche (per ora) e un cast giovane si ammortizzano i costi e si offre alta
qualità.
Ancora valide le scene allucinanti di Svoboda, che, con la riveduta regia
di Brockhaus, mettono l'accento sulla smania di potere, non solo politico ma
anche dell'uomo sulla donna, che conduce alla follia. È una rara occasione di
ascoltare una Lucia corretta sotto il profilo filologico: il giovane direttore
Matteo Beltrami, per esempio, utilizza l'arpa e non il flauto nella scena della
follia. Si alternano un paio di compagnie di canto. Gianluca Terranova è un
Edgardo generoso la cui voce riempie i teatri. Julian Kim è un Enrico di valore
sotto il profilo interpretativo e vocale. Giovanni Battista Parodi da sostanza
a Raimondo mentre Alessandro Scotto di Luzio indugia nel falsetto e lascia a
desiderare. Lucia è la ventiduenne georgiana Sofia Mchedlishvli, è bella,
recita bene ed è dolcissima. Affronta il ruolo forse troppo presto: voce
piccola, timbro un po' metallico anche se ha un'ottima coloratura, cresce da
tappa in tappa e conquista il pubblico. (riproduzione riservata)
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