Roma, un capodanno con Don Chisciotte
di Giuseppe Pennisi
Era l'epoca in cui, tranne rare
eccezioni, non si sceglievano musicisti di prima statura per balletti che
puntavano sul divertimento spettacolare. La partitura è facile, funzionale,
anche orecchiabile e piacevolissima, anche se non eccelsa. Il Don Chisciotte di
Petipa e Minkus ha poco a che fare con il romanzo di Miguel Cervantes:
l'intreccio è solo un pretesto per mostrare belle danze spagnole e giustapporle
a quelle classicissime nel divertissement del terzo quadro e nel grand pas de
deux finale. Con questi limiti, Don Chisciotte è sempre rimasto in repertorio
come cavallo di battaglia di ballerini quali Nureyev e Baryshnikov. In questa
edizione, con eleganti scene e costumi di Francesco Zito e Antonella Conte, e
una puntuale bacchetta di Nir Kabaretti, si alternano vari cast nei primi
ruoli. Di grande livello i cubani Venus Villa e Rolando Sarabia in alternanza
con i primi ballerini Iana Salenko e Dinu Tamazlacaru dello Staatsballett
Berlin e con Alessandra Amato del Corpo di Ballo dell'Opera di Roma e Vito
Mazzeo del San Francisco Ballet. (riproduzione riservata)
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