lunedì 8 ottobre 2012

Esm Ma il grilletto del «bazooka» è in mani tedesche in Avvenire 9 ottobre



Esm Ma il grilletto del «bazooka» è in mani tedesche


DI GIUSEPPE PENNISI P rendendo spunto dal titolo di un film di successo di 50 anni fa, lo European Stability Mechanism (Esm), in Italia chiamato Fondo salva-Stati, nella ridente Pla­ces d’Armes di città del Lussemburgo, si è guadagnato il nomignolo di Cannone di Na­varone. Quello che avrebbe dovuto fare vin­cere i tedeschi nell’Egeo ma nessuno sapeva operare.

La situazione è, solo in parte, analoga; c’è chi controlla il grilletto. Il Fondo, che qualcuno chiama 'bazooka', non ha un granché di munizioni. La sua dotazioni di 500 miliardi di euro verrà finanziata direttamente (ma po­co a poco) dagli Stati membri, per ora sono in cassa meno di 30 miliardi, che divente­ranno 80 se tutti manterranno gli impegni ed andranno d’amore e d’accordo. È proba­bile che le promesse vengano assolte. Un po’ meno che regni concordia . Le risorse per in­crementare i versamenti diretti degli Stati di­pendono dal collocamento sul mercato dei titoli del Fondo; la loro 'qualità' è funzione della concordia tra i maggiori azionisti. An­che se si è stappato champagne per la na­scita dello strumento, Germania, Olanda e Finlandia hanno prodotto un documento per affermare che le scarse risorse del Fondo de­vono essere utilizzate per crisi future non per quelle in essere. In tal caso, il primo poten­ziale cliente (la Spagna) resterebbe a bocca asciutta e molti suoi istituti non avrebbero al­tra scelta che portare i libri in tribunale. La Francia, gli Stati mediterranei ed altri con­trastano questa inter­pretazione. Il nodo non è ancora sciolto.

Non è chiaro che e­ventuali salvataggi bancari da parte del­l’Esm verranno effet­tuati tramite prestiti diretti agli istituti o ai Governi che a loro vol­ta li passerebbero alle banche tramite 'on­lending'. Il Fondo era nato per aiutare gli Sta­ti; per salvataggi bancari le risorse dovreb­bero essere aumentate alla grande. Lo chie­dono già Cipro, Irlanda, Portogallo e Spagna. La stessa Francia risponde con un sonoro 'no' perché non può spremere ulterior­mente i contribuenti. Buona educazione non permettere di pubblicare le risposte di Ger­mania, Finlandia e Olanda.

Sulla stessa funzione 'anti-spread' (cioè ac­quisti di titoli da Stati iperindebitati per evi­tare un aumento dei loro tassi d’interesse) è in corso un dibattito tra chi propone una 'condizionalità legge­ra' e chi regole draco­niane da Fondo mo­netario, mentre in al­cuni degli Stati in que­stione le piazze bru­ciano.

Il trattato con cui è stato creato l’Esm è di­sponibile on line da mesi, anche se pochi giornalisti (e forse ancor meno diplomatici e politici) lo hanno letto. Un’analisi attenta dell’art. 4 e dell’allegato I dimostra che a de­cidere su queste ed altre questioni, sarà la Germania. L’art. 4 prescrive una maggioran­za di due terzi per le decisioni di ordinaria amministrazione Esm, una dell’80% per quelle complesse e l’unanimità per quelle difficili. L’allegato I conferisce alla Bunde­sbank oltre il 27% dei diritti di voto, ossia un potere di veto per tutte le decisioni che ri­chiedono una maggioranza qualificata dell’80%. E per altre è sufficiente che i tede­schi si alleino con gli austriaci, gli olandesi e i finlandesi per controllare il tavolo. Dato che occorre fare domanda all’Esm per accedere allo sportello Omt della Bce è evidente chi ha il grilletto per fare sparare il 'cannone'.

© RIPRODUZIONE RISERVATA La Bundesbank ha il 27% dei diritti di voto e per decidere serve una maggioranza dell’80% Intanto le risorse latitano

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