Esm Ma il
grilletto del «bazooka» è in mani tedesche
DI GIUSEPPE PENNISI P rendendo spunto dal titolo di un film di successo di 50 anni fa, lo European Stability Mechanism (Esm), in Italia chiamato Fondo salva-Stati, nella ridente Places d’Armes di città del Lussemburgo, si è guadagnato il nomignolo di Cannone di Navarone. Quello che avrebbe dovuto fare vincere i tedeschi nell’Egeo ma nessuno sapeva operare.
La situazione è, solo in parte, analoga; c’è chi controlla il grilletto. Il Fondo, che qualcuno chiama 'bazooka', non ha un granché di munizioni. La sua dotazioni di 500 miliardi di euro verrà finanziata direttamente (ma poco a poco) dagli Stati membri, per ora sono in cassa meno di 30 miliardi, che diventeranno 80 se tutti manterranno gli impegni ed andranno d’amore e d’accordo. È probabile che le promesse vengano assolte. Un po’ meno che regni concordia . Le risorse per incrementare i versamenti diretti degli Stati dipendono dal collocamento sul mercato dei titoli del Fondo; la loro 'qualità' è funzione della concordia tra i maggiori azionisti. Anche se si è stappato champagne per la nascita dello strumento, Germania, Olanda e Finlandia hanno prodotto un documento per affermare che le scarse risorse del Fondo devono essere utilizzate per crisi future non per quelle in essere. In tal caso, il primo potenziale cliente (la Spagna) resterebbe a bocca asciutta e molti suoi istituti non avrebbero altra scelta che portare i libri in tribunale. La Francia, gli Stati mediterranei ed altri contrastano questa interpretazione. Il nodo non è ancora sciolto.
Non è chiaro che eventuali salvataggi bancari da parte dell’Esm verranno effettuati tramite prestiti diretti agli istituti o ai Governi che a loro volta li passerebbero alle banche tramite 'onlending'. Il Fondo era nato per aiutare gli Stati; per salvataggi bancari le risorse dovrebbero essere aumentate alla grande. Lo chiedono già Cipro, Irlanda, Portogallo e Spagna. La stessa Francia risponde con un sonoro 'no' perché non può spremere ulteriormente i contribuenti. Buona educazione non permettere di pubblicare le risposte di Germania, Finlandia e Olanda.
Sulla stessa funzione 'anti-spread' (cioè acquisti di titoli da Stati iperindebitati per evitare un aumento dei loro tassi d’interesse) è in corso un dibattito tra chi propone una 'condizionalità leggera' e chi regole draconiane da Fondo monetario, mentre in alcuni degli Stati in questione le piazze bruciano.
Il trattato con cui è stato creato l’Esm è disponibile on line da mesi, anche se pochi giornalisti (e forse ancor meno diplomatici e politici) lo hanno letto. Un’analisi attenta dell’art. 4 e dell’allegato I dimostra che a decidere su queste ed altre questioni, sarà la Germania. L’art. 4 prescrive una maggioranza di due terzi per le decisioni di ordinaria amministrazione Esm, una dell’80% per quelle complesse e l’unanimità per quelle difficili. L’allegato I conferisce alla Bundesbank oltre il 27% dei diritti di voto, ossia un potere di veto per tutte le decisioni che richiedono una maggioranza qualificata dell’80%. E per altre è sufficiente che i tedeschi si alleino con gli austriaci, gli olandesi e i finlandesi per controllare il tavolo. Dato che occorre fare domanda all’Esm per accedere allo sportello Omt della Bce è evidente chi ha il grilletto per fare sparare il 'cannone'.
© RIPRODUZIONE RISERVATA La Bundesbank ha il 27% dei diritti di voto e per decidere serve una maggioranza dell’80% Intanto le risorse latitano
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