InScena
Bizet, I Pescatori di perle approdano a Napoli
di Giuseppe Pennisi
Questa favola sentimentale affascinò il venticinquenne Georges Bizet. Considerata il suo primo capolavoro operistico, Les Pêcheurs de Perles (I pescatori di perle), viene considerata dalla critica moderna importante tanto quanto la più nota Carmen. Viene rappresentata di rado principalmente per il difficile ruolo del tenore, parte favorita da grandi voci come Caruso, Gigli, Simoneau, Kraus e Gedda. In scena al San Carlo fino al 25 ottobre, proviene da Trieste ed è annunciata a Genova. Dmitry Korchak mostra di essere oggi, con Flórez e Gatell, uno dei rari tenori in grado di dar voce a Nadir. Ottimo anche lo Zurga di Dario Solari, mentre la Lelia di Patricia Ciofi ha avuto, la sera della Prima, una sbavatura nell'aria del primo atto per riprendersi nei successivi (anche se non ha più la tessitura di alcuni anni fa). Bravi Gabriele Ferro e Salvatore Caputo nel dirigere orchestra e coro. Mediocre la coreografia di Annarita Pasculli (anche a causa dei modesti costumi delle danzatrici). Efficaci ed economiche la scena unica di Gorgio Ricchelli e la regia di Fabio Sparvoli. (riproduzione riservata)
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