Torna di
moda il romanticismo musicale francese
12 - 01 -
2015Giuseppe Pennisi
Sta tornando di moda, anche in Italia, il romanticismo
musicale francese. Poche settimane fa, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Antonio
Pappano e Diana Damrau hanno presentato a Roma un’antologia che
ha avuto un enorme successo. Il 18 gennaio, al Teatro dell’Opera di Roma
Capitale, debutta Werther di Massenet che, a rigore, è un frutto del tardo
romanticismo francese. La stagione 2013 -2014 de La Fenice è stata inaugurata
da l’Africaine di “Giacomo” Meyerbeer che rappresenta una delle espressioni più
alte e più note della scuola; nel 2005 sempre a La Fenice aveva riscosso enorme
successo La Juive di Fromental Halévi, altro capolavoro del genere. Negli
ultimi due anni, un altro frutto del tardo romanticismo francese, Les Contes de
Hoffmann di Jacques Hoffenbach si è visto alla Scala ed in venti “teatri di
tradizione” in quattro differente edizioni. E sempre alla Scala si è visto Les
Troyens di Hector Berlioz, in versione integrale (sei ore).
© Orch Chemollo
© Michele Crosera
© Matteo da Fina
© Orch Chemollo
© Michele Crosera
© Matteo da Fina
© Orch Chemollo
© Michele Crosera
© Matteo da Fina
Alla conoscenza e diffusione (non solo in Italia) del
romanticismo musicale francese sta contribuendo una fondazione interamente
privata, il Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique française, che
ha come vocazione la riscoperta del patrimonio musicale francese del grande
Ottocento (1780-1920). Ricerca ed editoria, programmazione e diffusione
internazionale di concerti, sostegno alla registrazione discografica, queste le
principali attività del Palazzetto Bru Zane, il quale ha aperto le sue porte
nel 2009. L’attività del Palazzetto Bru Zane declina nel loro complesso tutti i
mestieri della musica:
Grazie a costanti indagini, la ricerca consente di
riscoprire partiture dimenticate o inedite. Realizzata in partenariato con
musicologi e presentata da istituzioni internazionali, privilegia il contatto
diretto con i discendenti dei compositori ottocenteschi. L’attività scientifica
si concretizza nell’organizzazione di convegni e giornate di studio, nonché
nella digitalizzazione e catalogazione di preziose collezioni.
Giovani talenti vengono associati alla programmazione
del Palazzetto attraverso progetti didattici e concorsi internazionali al fine
di essere un trampolino di lancio per l’inserimento professionale. Attraverso
questi progetti, i giovani artisti si confrontano con le realtà del mondo
musicale contemporaneo, sviluppando al tempo stesso il proprio senso critico e
la propria personalità: il contatto con opere per le quali non esiste ancora
alcuna tradizione interpretativa li impegna a trovare in se stessi ispirazione
e convinzione.
La scelta di contattare artisti di ogni paese per
elaborare assieme a loro programmi attraenti e originali, rispettando al tempo
stesso le specificità interpretative di ciascun musicista, consente al
Palazzetto Bru Zane di ideare delle stagioni spaziando dalla musica da camera
alle grandi opere sinfoniche e liriche. Ogni anno alcuni temi conduttori
tracciano un panorama rappresentativo di un’epoca, di un genere musicale o
dell’opera di un compositore sconosciuto. La diffusione internazionale dei
concerti programmati dal Palazzetto allarga notevolmente il pubblico e le
istituzioni culturali coinvolte, valorizzando contemporaneamente il lavoro degli
artisti. I programmi “fuori città”, ideati in collaborazione con altre
istituzioni, rafforzano e arricchiscono la rete dei partenariati dalla Cina al
Canada e dal Libano fino ai paesi dell’Europa dell’Est.
L’attività editoriale consente di trasmettere al più
ampio pubblico una conoscenza e un’analisi sempre più affinate del repertorio
romantico. Grazie alla pubblicazione di testi scientifici e volumi tascabili,
il Centro consente di condividere la riflessione di studiosi anche in ambiti
diversi dalla musicologia: letteratura, arti dello spettacolo, storia
dell’arte. In parallelo, l’edizione di partiture musicali, la maggior parte
delle quali non sono mai state pubblicate, rende possibile la programmazione di
opere rare e originali. Infine, un’intensa politica di registrazione
discografica fissa l’esito artistico dei progetti sviluppati.
Situato nel quartiere San Polo, vicino alla Basilica
dei Frari, il casino Zane, costruito tra il 1695 e il 1697, è stato per un
secolo il luogo di svago del palazzo Zane, che si trova a pochi metri da
quest’ultimo. Il palazzo principale – oggi la Scuola Livio Sanudo – e il
palazzetto erano separati da un rigoglioso giardino alla francese. L’edificio
adiacente al palazzetto corrispondeva in origine alla biblioteca, che oggi non
esiste più allo stato originale. La sistemazione dell’interno, riccamente
decorato, è attribuita al celebre stuccatore Abbondio Stazio e alla bottegha
dello scultore Andrea Brustolon. Quest’ultimo, in particolare, ha inciso la
balaustra di legno che si affaccia sulla sala da ballo. Gli affreschi sono
stati recentemente attribuiti a Sebastiano Ricci.
L’attività concertistica e di teatro lirico non si
svolge unicamente nel Palazzetto ma in vari luoghi di Venezia (ad esempio, la
Scuola Grande di San Giovanni Evangelista) e dintorni (il Politeama Rosselli di
Trieste, il Teatro Comunale di Vicenza) ed altrove (dal Teatro dell’Opera di
Versailles al Prinzregent Theater di Monaco all’Opéra Comique al Theater am der
Wien di Vienna). In breve, un’attività culturale privata che ha base in
Italia ma si irradia in tutta Europa.
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