Elezioni
Grecia. Per i mercati Europei segnali contrastanti
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mercati Europei segnali contrastanti
- 26 gennaio 2015
- Redazione Start Magazine
- Economia / Start up
Alexis
Tsipras
Elezioni Grecia e Quantitative Easing. I segnali per
l’Unione Europea sono contrastanti. Cosa aspettarsi dal successo di Syriza
guidata da Alexis Tsipras? Come reagirà la Germania alle mosse di Mario Draghi?
Prima regola dopo i risultati delle elezioni in
Grecia: non dare eccessiva importanza a come i mercati reagiranno
alle due notizie che caratterizzano l’inizio di questa ultima settimana di
gennaio. Da un lato, le misure monetarie ‘non convenzionali’ (il Quantitative
Easing QE) varato il 22 gennaio dalla Banca centrale
europea.
Alexis tsipras
Da un altro, la vittoria di un partito Syriza,
e di un leader carismatico, Alexis Tsipras, alle elezioni Grecia.
Inoltre , sul QE (o meglio sulla partecipazione al QE) pende ancora il giudizio
della Corte Suprema tedesca , nonché riserve espresse dallo stesso Presidente
della Bundesbank durante il fine settimana successivo al varo, a maggioranza,
dello strumento.
Sempre in materia di Quantitative Easing non
sono state ancora chiarite le altre politiche (di bilancio, dei prezzi e dei
redditi, di investimenti) che verranno messe in atto dai Paese (in primo luogo,
l’Italia) che più hanno urgenza di mettersi sul sentiero della crescita,
od almeno della uscita dalla stagflazione. Ed in Grecia non si sa ancora chi
sarà l’alleato di Tsipras per colmare i seggi (mancanti) alla maggioranza
parlamentare assoluta.
Mario Draghi
E’ una situazione disorientante che potrà durare
alcuni giorni. In Italia, le elezioni del Presidente della Repubblica hanno,
senza dubbio, priorità sulla definizione di un programma di politica economica
teso a massimizzare le opportunità offerte dai QE. In Grecia , è prassi che le
maggioranze (che se servono unicamente due seggi) si formino dopo complessi
negoziati. E’, però, incoraggiante che Tsipras , nel suo primo discorso
alla nazione, abbia moderato i toni euroscettici anche se ha parlato della
ristrutturazione del debito (che all’Italia potrà costare tra gli 8 ed i 30
miliardi di euro).
Ci segno segni di opzioni di politica di ripresa.
Vedremo, nei prossimi giorni, come l’eurozona , ed i suoi maggiori Stati
sapranno coglierle.
(Giuseppe Pennisi)
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