FINANZA/ Il
"gioco del cerino" che mette nei guai Draghi
Pubblicazione: lunedì 19 gennaio 2015
Mario Draghi (Infophoto)
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NEWS Economia e Finanza
In attesa della riunione del Consiglio della Banca
centrale europea si stanno affilando i coltelli e la situazione appare ogni
giorno (ove non ogni ora) più complicata. Un coretto a cappella di cronisti e
commentatori ha scritto, sulla stampa italiana, che dopo il documento dell'Avvocato
generale della Corte di Giustizia europea, il management della Bce deve
considerarsi "sereno" e deve essere considerato acquisito il
"via libera" al Quantitative easing (Qe) e alle misure "non
convenzionali" che, insieme a un numero di componenti del Consiglio Bce,
Mario Draghi vorrebbe mettere in atto per rilanciare l'economia dell'eurozona,
specialmente le Outright monetary transactions (Omt). O non hanno letto il
documento o vivono lontani dal mondo Bce.
Facciamo un passo indietro a un ricorso alla Corte
Costituzionale tedesca fatto da un gruppo nutrito di economisti e giuristi
tedeschi, secondo cui le Omt proposte dal Presidente Bce nel giugno 2012
avrebbero trasgredito vari trattati e la stessa Carta fondamentale della
Repubblica Federale. Il massimo tribunale della Germania ha risposto chiedendo
il parere della Corte di Giustizia Ue. È un parere non vincolante, ma è
altamente probabile che la Corte Tedesca vi si atterrà. Se non altro per non
restare con il cerino acceso in quel di Karlsruhe (dove i giudici rosso togati
hanno sede).
Tuttavia, l'Avvocato generale Pedro Cruz Villalon, il
cui parere verrà molto probabilmente recepito dalla Corte di Giustizia Ue (su
questo punto concordo con il coretto a cappella) ha scritto un documento tra il
fariseo e il pilatesco, passando il cerino agli organi dell'unione monetaria,
in primo allo luogo alla Bce, il cui Consiglio si riunisce ben prima della
Corte tedesca di Karlsruhe (peraltro ancora non convocata).
Il documento, infatti, afferma che la Bce deve avere
«ampia discrezionalità» in materia di politica della moneta, ma unicamente in
questa materia. In questo quadro, le misure "non convenzionali", il
Qe e soprattutto le Omt (non affatto amate a Berlino e dintorni) possono essere
formulate e attuate purché siano uno strumento di politica monetaria e non
aiuto finanziario a uno Stato membro. L'esatto contrario di quanto vorrebbe il
management della Bce, che desidererebbe poter acquistare obbligazioni di Stati
in difficoltà (ad esempio, titoli del debito italiano per ridurne il fardello).
Inoltre , secondo il documento, ciascuna operazione
dovrebbe essere effettuata sulla base di un programma economico concordato
dallo Stato membro con le autorità Ue, un po' come le varie forme di structural
adjustment lending che Banca mondiale e Fondo monetario internazionale
attuano da quaranta anni - e che la Troika ha elaborato per Cipro, Grecia,
Irlanda e Spagna. Infine, secondo il documento, le circostanze straordinarie
per tale intervento eccezionale devono essere precisate, unitamente a un
meccanismo di monitoraggio, perché il programma definito venga attuato.
Quindi, un "nulla osta" molto condizionato,
pieno di paletti e vincoli che ne rendono difficile l'attuazione. Potrebbe il
Governo Renzi essere messo nella condizione di dover rendere conto a un gruppo
di eurocrati con cui concordare misure specifiche la cui attuazione
verrebbe monitorata con attenzione? E quello Hollande?
Prima ancora di arrivare a questi nodi politici,
dovrebbero essere sciolti spinosi nodi tecnici. Prendiamo la forma più semplice
di Qe: l'acquisto di obbligazioni degli Stati dell'eurozona. L'acquisto
avverrebbe in proporzione alla loro partecipazione al capitale della Bce per
tutti i 19? O si terrebbe conto della "qualità" dei titoli di
ciascuno? Quale metro di giudizio, in questo caso, verrebbe utilizzato per
valutare la qualità? Quello delle quattro agenzie di rating (tre essenzialmente
americane e una cinese)? Oppure si metterà in piedi un apparato specifico
europeo? E come si tratterebbero le obbligazioni di Stati in cui forze
politiche importanti (e che potrebbero presto avere responsabilità di governo)
hanno annunciato l'intenzione di ripudiare parte del proprio debito sovrano?
In effetti, a questi interrogativi posti dai giuristi
e dagli economisti che hanno fatto ricorso alla Corte suprema tedesca, i
giudici rosso togati di Karlsruhe pensavano di avere qualche risposta dalla
Corte di Giustizia europea. Sono stati, invece, rinviati non direttamente al
mittente, ma al Consiglio Bce, nel cui seno infuria la battaglia.
Ove la situazione non fosse sufficientemente
complicata, un numero crescente di economisti (anche italiani) ritiene che la
Bce deve considerarsi causa dei suoi mali, in quanto, pur adottando una
politica di inflatition targeting e fissando tale target,
ha fatto cadere l'eurozona in deflazione. Altri documentano che con una
crescita della quantità di moneta al 2,5% l'anno, non è la liquidità a far
difetto, ma un sistema economico, regolamentare e giudiziario obsoleto che
frena gli investimenti - Nomura lo ha scritto chiaro e tondo ai propri clienti.
In tal caso, Qe, Omt e tante altre sigle servirebbero unicamente ad arricchire
la galassia degli acronimi.
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