venerdì 9 gennaio 2015

ALLA FENICE LA TRAVIATA RINGIOVANISCE in Milano Finanza 10 gennaio



ALLA FENICE LA TRAVIATA RINGIOVANISCE
Giuseppe Pennisi

La Fenice propone circa 40 repliche di Traviata nell’allestimento di Robert Carsen (con scene e costumi di Patrick Kinmoth) con il quale il teatro venne riaperto nel 2004, dopo l’incendio. Fu un enorme successo, nonostante le polemiche di qualche critico ultra-tradizionalista. L’esito è dimostrato dal fatto che  da allora la produzione viene replicata dieci volte l’anno . Nel 2015, sono programmate cinque repliche al mese fino al 4 ottobre. L’allestimento regge bene e promette di restare in scena per almeno un altro lustro. L’alto numero delle recite comporta la messinscena di allestimenti che possono durare diversi anni e che possono essere alternati con altre opere (che non richiedono complesse attrezzature scenografiche) in modo da offrire una scelta costante ai 27 milioni di turisti l’anno. In buca, Diego Matheuz (classe 1984) concerta con calore ponendo l’accento sulle tinte melanconiche; la protagonista, Francesca Dotto (classe 1987), è alle prese con un ruolo impervio che richiederebbe, a rigor di logica, due soprani: uno lirico di coloratura fino a metà dell’opera, rappresentata da Amami  Alfredo (nel secondo atto) e uno drammatico, con vocalità di maggior spessore. Alfredo era Leonardo Cortellazzi, un giovane tenore lirico promettente, Già di grande spessore, invece, il baritono Marco Caria nel ruolo di Giorgio Germont.
Lo spettacolo di Carsen (e Kinmoth) si basa su un’idea semplice ma suggestiva: il contrasto tra il denaro del mondo in cui vive Violetta e l’aspirazione della giovane alla purezza della natura (il bosco del primo quadro del secondo atto, che riappare nel terzo atto quando la protagonista muore).
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