Se Atene
piange, Roma può ridere?
02 - 01 -
2015Giuseppe Pennisi
Quali effetti avrà la situazione politica in Grecia
(mancata elezione del Capo dello Stato, elezioni politiche il 25 gennaio, da
qui ad allora una campagna senza esclusione di colpi), in cui gli euroscettici
sembrano brillare nei sondaggi?
Nonostante il 30 dicembre l’Istat abbia diramato un
bollettino congiunturale mensile pieno di perplessità, le dichiarazioni di
esponenti politici (in gran misura con il sapore di precotto e riscaldato in
quanto dense di giudizi ottimistici ma prive di numeri), danno l’idea che si
sia aspettando la Befana. Tuttavia, ne ‘La Dodicesima Notte’ (quella tra il 5
ed 6 gennaio, ‘dodicesima’, per l’appunto, da quella di Natale), William
Shakespeare ci avverte di una nottata “più di intrighi che di magia”. Quindi,
più che sperare nei doni della vecchietta a cavallo della scopa, occorre
guardarsi da possibili congiure a danno delle già malconcia Italia (quale
documentato dal bollettino Istat).
Qual è la congiura che può preoccuparci di più? Non è
una complotto in senso stretto ma unicamente l’applicazione del “principio di
precauzione” all’Italia, data la situazione creatasi in Grecia, situazione che
minaccia di aggravarsi man mano che la campagna elettorale diventa più accesa.
Lo si avverte a Francoforte, sede della Banca centrale
europea (Bce), più che a Roma. Non tanto all’Eurotower, piena di scatoloni
perché è già in corso il trasloco nei nuovi locali nell’area del vecchio
mercato generale. Il luogo dove meglio si percepiscono gli orientamenti in atto
è l’elegante ristorante in stile belle époque di quella che viene chiamata la
Alte Oper, il vecchio e glorioso teatro dell’opera, distrutto dai bombardamenti
e riaperto una ventina di anni fa come sala da concerto contornata da locali di
lusso.
E’ al ristorante della Alte Oper più che al
Frankfurter Hoff, l’albergo di gran lusso della città, che si va se si vuole un
tavolo tranquillo dove parlare indisturbati. Con l’accesso della Lituania
all’eurozona, ed il cambiamento del metodo di voto, il cambiamento all’interno
della Bce è stato più profondo di quanto non si pensi. Il Presidente e
l’Esecutivo dell’istituto cercheranno di giungere a decisioni “per consenso”,
ossia senza doversi contare. Ma nel consenso, pesano di più gli Stati membri
“cauti” di quelli “avventurosi”. Oggi le strategia di Quantitative Easing,
OMTs, Abs e simili sono più difficili (da fare approvare dagli organi di
governi della Bce) di quanto non lo fossero prima degli ultimi avvenimenti in
Grecia. Si era pensato – e così avevano scritto giornalisti italiani di stanza
a Francoforte – che parte di queste misure, rinviate da oltre un anno,
sarebbero stato adottate, almeno in fase iniziale, dal Consiglio Direttivo il 7
od il 22 gennaio.
Ma, come illustrato su Formiche.net del 30 dicembre,
il piano di Tsipras fa venire “il pianto greco” anche alla Germania. Quindi,
pare inevitabile un rinvio. E dato che si rinvia, la tesi dominante è,
comunque, è saggio aspettare ‘la stagion dei fiori’ quando si saprà qualcosa di
più dei conti pubblici e della crescita economica di Belgio, Francia ed
Italia. E’ soprattutto a Roma che si guarda. A Francoforte circola un
documento della Banca d’Italia su cui è marcato in neretto “strictly
confidential” e “do not circulate”, ossia proprio le frasi che più attirano
l’attenzione.
Riguarda il passato, non il futuro, ma sostiene che la
crisi del debito sovrano (inaugurata proprio ad Atene) ha avuto implicazioni
disastrose sulla crescita potenziale dell’Italia. Un’altra crisi greca potrebbe
farci diventare la pedina debole dell’ingranaggio: la prima ad essere
contagiata e tale da contagiare, a sua volta, Paesi in difficoltà.
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