lunedì 26 gennaio 2015

“I Puritani” di Bellini all’Opera di Firenze in Formiche 26 gennaio



“I Puritani” di Bellini all’Opera di Firenze

26 - 01 - 2015Giuseppe Pennisi "I Puritani" di Bellini all'Opera di Firenze
Il 28 gennaio all’Opera di Firenze ha luogo la prima rappresentazione di un nuovo allestimento de I Puritani coprodotto con il Teatro Regio di Torino dove sarà in scena in aprile. Nell’iniziare una presentazione dell’opera occorre dare atto del senso di responsabilità mostrato da tutte le maestranza del teatro (e dalle loro famiglie); per una serie di disguidi ministeriali le sovvenzioni per la ristrutturazione ed il risanamento della fondazione sono arrivate in ritardo, con la conseguenza che gli stipendi di dicembre e la ‘tredicesima’ sono stati erogati solo il 26 gennaio. Mentre – come mostrano le foto in basso – le prove hanno proseguito senza interruzione.
L’OPERA “I PURITANI”
Ultima opera di Vincenzo Bellini, composta per Parigi prima di morire a meno di 35 anni nei pressi della capitale francese I Puritani è opera da fare tremare il polso ai sovraintendenti ed ai direttori artistici delle fondazioni liriche. Quindi, è una delle opere più raramente rappresentate, anche se più belle, del compositore catanese: è l’apoteosi del “belcanto”, pur se basata su un libretto piuttosto improbabile in cui amori, intrighi, tradimenti (finti o presunti), e pazzia ai tempi delle guerre Cromwell si intrecciano tra lori e terminano con colpo di scena e lieto fine. De Chirico ne firmò un allestimento (rivisto a Roma alla fine degli Anni Ottanta) in cui l’astrusa vicenda era trasformata in un gioco di carte – una fazione erano i “quadri” e l’altra i”cuori”- quasi a sottolineare l’irrilevanza del testo del Conte Pepoli, patriota in esilio a Parigi.
LE FOTO
Antepiano I Puritani
Antepiano I Puritani
Antepiano I Puritani
Antepiano I Puritani
Antepiano I Puritani
Antepiano I Puritani
Antepiano I Puritani
Antepiano I Puritani
Antepiano I Puritani
Antepiano I Puritani
Antepiano I Puritani
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IL SUCCESSO DEL 2008-2009
Nel 2008-2009 un allestimento di Pier’Alli è stato co-prodotto dalle fondazioni liriche di Palermo, Bologna e Cagliari e portato al Festival di Sanvonlinna in Filandia ed infine a Tokio nell’enorme Bunka Kaikan. Era una messa in scena all’insegna dell’economia dei costi, delle sinergie, della qualità e dell’”esportar cantando” del “made in Italy”. Il grigio dominava i primi due atti, mentre il verde e l’azzurro caratterizzavano il terzo. Veloci siparietti e proiezioni facilitano l’adattamento a palcoscenici di varie dimensioni. Erano state chiamate a raccolta le migliori voci internazionali del “bel canto”- ed un budget conseguente. Fu comunque un successo, che altre fondazioni liriche, però, esitarono a replicare.
LA SFIDA DEI TEATRI “DI TRADIZIONE”
Numerosi melomani e critici musicali sono rimasti tra lo scettico ed il sorpreso alla notizia che un gruppo di teatri “di tradizione” (con risorse infinitamente minori di quelle delle fondazioni liriche) avevano in animo di mettere in scena il lavoro: il “circuito lombardo” ( Cremona, Como, Brescia, Pavia) ed il “Pergolesi” di Jesi hanno realizzato, nel 2012, un’avventura analoga, affidando la regia, le scene ed i costumi, ad una squadra proveniente dal teatro di prosa sperimentale (Carmelo Rifici, Guido Buganza, Margherita Baldoni), e la direzione musicale ed il canto in voci in gran parte giovani e poco conosciute. L’allestimento scenico era molto semplice: un salone di un castello innevato con un secondo piano/soppalco praticabile. I costumi dei “puritani” sono austeri, quelli dei “cattolici” legati al Regno degli Stuart lussuosi. Rifici viene dalla prosa ed utilizzava in certi momenti attori per mostrare i pensieri – per lo più erotici – dei due “casti” protagonisti. Un artificio di cui, a mio avviso, si può fare a meno. Tuttavia, la recitazione è spigliata e la produzione può essere facilmente portata in altri teatri.
TRA VOCI E ORCHESTRA
Anche Firenze e Torino hanno giudiziosamente scelto una joint venture . Pareva, all’inizio, che pure Trieste facesse parte della cordata, ma non lo è più. Nel circuito lombardo marchigiano, la vera scoperta fu il trentenne Giacomo Sagripanti, noto all’estero molto più che in Italia. Jessica Pratt era notissima per le sue interpretazioni al Rossini Opera Festival (ROF). Occorre tener presente che i lavori di Bellini sono spesso considerati opere in cui l’orchestra è mero supporto delle voci. Alcuni decenni fa, proprio dirigendo I Puritani in un’edizione di cui c’è un magnifico CD, l’allora giovane Riccardo Muti mostro come l’ultima opera di Bellini non ha solo una delicatissima introduzione e la giustamente famosa polonais ma è un ricamo di atmosfere affidate alla sonorità orchestrali tali da rendere plausibile (almeno tanto quanto la vocalità) l’astruso libretto. A Firenze sul podio ci sarà Matteo Beltrami (classe 1975) il quali ha diretto nei maggiori teatri europei (Monaco, Dresda) ed in Italia è stato applaudito a La Fenice, al Massimo di Palermo e nei due maggiori circuiti regionali, quello lombardo-marchigiano e quello toscano.
La regia è affidata a Fabio Ceresa, anche lui giovane e proveniente dalla prosa e dal cinema. La foto mostrano scarne scene di Tiziano Santi, atte a rendere l’atmosfera ossessiva che circonda la protagonista Elvira (Jessica Pratt). Il gruppo maschile è composto da Massimo Cavalletti, Antino Siragusa e Gianluca Buratto.
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