domenica 2 giugno 2013

Quanto Vale la Scala di Milano in Quotidiano Arte 3 giugno


lunedì 3 giugno 2013
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Presentato il cartellone per la prossima stagione
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Quanto vale La Scala di Milano
Giuseppe Pennisi
Il 23 maggio è stato presentato il cartellone del Teatro alla Scala per la prossima stagione.
È stato criticato in quanto, in questi anni di vacche magre, è meno ricco di quanto ci si sarebbe atteso. Ciò nonostante, La Scala è una realtà importantissima non solo per Milano ma per tutto il Paese. Per questa ragione riteniamo opportuno riportare un’ampia sintesi (i graficiin allegato) della valutazione e dell’impatto effettuata dal centro ASK della Università Bocconi.
Il lavoro ha analizzato la Scala e l’Accademia da due punti di vista complementari:
- come istituzione culturale prestigiosa, che svolge una funzione pubblica di conservazione, valorizzazione ed educazione sul patrimonio operistico in generale e italiano in particolare e che rappresenta il nostro Paese nel mondo;
- come attore economico, in grado di “stare sul mercato” offrendo spettacoli di qualità apprezzati dal pubblico, ed essere così in grado di reperire – attraverso la vendita di biglietti, l’attività commerciale e le sponsorizzazioni – risorse economiche adeguate per finanziare la propria attività.
Attualmente, la Scala è la terza realtà produttiva di spettacoli nel nostro Paese ed è il solo teatro in grado di confrontarsi per dimensioni e volume di attività con gli omologhi internazionali: la Scala ha un volume di attività nel 2011 di 113,8 milioni di euro ed è il secondo teatro italiano per dimensione; dopo la Scala, l’Arena di Verona ha un fatturato della metà.
La struttura di ricavo della Scala è confrontabile con quella dell’Opéra di Parigi e della Royal Opera House.
A fronte di una progressiva contrazione dei fondi pubblici, la Scala ha saputo, prima e più degli altri teatri lirici italiani, aumentare l’incidenza dei ricavi da biglietteria e commerciali, che rappresentano oggi circa il 40% del suo volume di affari. Il pubblico del Teatro (di oltre 400.000 persone) è composto per il 70% circa da residenti a Milano e provincia; un terzo quasi di loro sono abbonati, a riprova dell’attaccamento del pubblico locale al proprio teatro. La crescita delle vendite online ha permesso un allargamento del pubblico internazionale, che rappresenta il 45% dei biglietti venduti online. Negli ultimi 12 anni è aumentata la varietà dei Paesi di provenienza del pubblico straniero ed è in particolare cresciuto il pubblico proveniente dalla Russia.
L’analisi dell’impatto economico mostra che la Scala genera, oltre al fatturato, ricchezza economica pari a circa 2,7 volte rispetto alle risorse che riceve, risorse che peraltro non sono fornite dallo Stato, dagli enti pubblici e dai donors privati con finalità di ritorno economico. Questa ricchezza deriva dagli acquisti di Scala presso i fornitori, in gran parte localizzati sul territorio milanese, dall’attività economica generata dalla presenza a Milano degli allievi dell’Accademia e delle orchestre ospitate dal Teatro, dall’indotto prodotto dal pubblico italiano e straniero. La Scala è per Milano una risorsa importante, un pezzo di storia e parte del suo orgoglio.
Anche sul fronte dei costi, la Scala è confrontabile con i principali teatri europei in termini di composizione dei costi; il contributo dello Stato copre a Milano circa la metà dei costi del personale e a Parigi quasi il 100%.
Interessante notare come in un Paese a tradizionale vocazione privatistica nel finanziamento alle istituzioni culturali come l’Inghilterra, l’incidenza delle fonti private di finanziamento è significativamente superiore rispetto a Paesi come la Francia e l’Italia; per ogni euro di finanziamento pubblico, il Royal Opera House riceve 2,8 euro di entrate da privati (compreso il botteghino) contro 1,46 del Teatro alla Scala. Tuttavia, in valore assoluto, il contributo statale al Royal Opera House è superiore di oltre 1,5 milioni di euro rispetto a quello che ottiene la Scala. Il fatto che la Scala stia impegnandosi a massimizzare il numero dei propri interlocutori e ad aumentare la varietà delle proprie fonti di finanziamento, nella direzione di un maggiore orientamento al mercato, non deve far dimenticare la vocazione istituzionale e culturale del Teatro.
Da questo punto di vista, il lavoro svolto ha prodotto i seguenti risultati:
• Una analisi condotta sui cartelloni del teatro alla Scala negli ultimi 4 anni mostra che il teatro è attore di un circuito internazionale di produzioni di spettacoli che coinvolge teatri anche molto prestigiosi.
• Una ulteriore analisi sui teatri nei quali si sono esibiti i direttori d’orchestra, i registi e i principali interpreti in cartellone alla Scala mostra che La Scala è attore chiave di una “geografia internazionale” dell’Opera. Questo non significa che la Scala non mantenga un ruolo rilevante nella rete di relazione con gli altri enti lirici e con i teatri di tradizione italiani.
La rete internazionale di cui La Scala è parte, sostiene scambi di natura produttiva, culturale, artistica, nella prospettiva di una diplomazia culturale allargata globale. Testimonianza di questo è la crescente vocazione globale del Teatro nelle sue tournée. Circa il 50% delle tournée extra europee è stato organizzato negli ultimi 15 anni, pari a una programmazione del 36% sul totale delle rappresentazioni messe in scena, all’estero. Negli ultimi 15 anni, vi è stata un’apertura della Scala prevalentemente verso il continente asiatico, in primis in Giappone. Negli ultimi tre anni vi è stata una presenza ripetuta della Scala in America Latina (Argentina 2010, Brasile 2012) e Centrale (Messico, 2005 e 2008).

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