Musica e
pace nella Primavera araba
25 - 06 - 2013Giuseppe Pennisi
Può la musica contribuire alla pace? Molti tra i meno giovani ricorderanno
una scena di un film fortemente anti-militarista “Oh What a Lovely War” di Richard
Attemborough, basato su una commedia musicale di Charles Chilton, che
utilizzava le canzoni degli anni della Prima Guerra Mondiale, per raccontare le
tristi vicende di una famiglia (gli Smith, come dire i Rossi). Vidi la commedia
a Londra, al Whyndam Theatre nel 1963 ed il film a Washington al Macarthur
Cinema (non certo il nome di un antimilitarista). Non solo la musica leniva le
pene della vita di trincea ma in un momento saliente faceva sì che francese e
britannici, da un lato, e tedeschi ed austriaci, dall’altro, si scambiassero
bottiglie di vino ed altri doni.
La “Primavera araba” non è ancora terminata. Per questo motivo è
particolarmente importante che in Tunisia si sia deciso non solo di tenere il
“Festival di El Jem” (giunto alla ventottesima edizione) ma di potenziarlo. Di
cosa si tratta e perché ce ne occupiamo? E’ una manifestazione importante e
l’Italia ha un ruolo da protagonista. Il festival si estende dal 29 giugno al
31 agosto, diviso in due parti a ragione della festività religiosa del Ramadan.
El Jem – a tre ore di viaggio in auto da Tunisi è famosa per il suo anfiteatro
(spesso chiamato erroneamente ‘Colosseo’) in grado di ospitare 35.000
spettatori seduti. Solo il Colosseo di Roma, con più di 50.000 posti a sedere,
e il teatro di Capua erano più capienti. L’anfiteatro di El Jem venne costruito
dai romani e fu probabilmente usato per spettacoli di gladiatori e corse di
carri (come nel film Ben Hur). Fino al diciassettesimo secolo rimase più o meno
intatto. A partire da quel momento le sue pietre vennero usate per la
costruzione del villaggio limitrofo di El Jem e della Grande Moschea di
Qayrawan e, in un periodo di tensione durante il conflitto con gli Ottomani, i
Turchi usarono i cannoni per stanare i ribelli nascosti al suo interno. Le
rovine vennero dichiarate dall’UNESCO patrimonio dell’umanità nel 1979.
I concerti avranno luogo nell’anfiteatro di El Jem, ora una ridente
capitale (di circa ventimila abitanti) di un Governato tunisino, ma in epoca
romana una delle più importanti città del Mediterraneo. Come molte altre
colonie, fu costruita al posto di vecchi centri punici. Grazie a un clima meno
arido di quello attuale, la romana Thysdrus prosperò nel secondo secolo, quando
divenne un importante centro per la coltivazione e l’esportazione di olio
d’oliva. Fu sede di una delle più antiche Diocesi cristiane dell’area, è,
tuttora, retta da un Vescovo cattolico. Dai primi anni del terzo secolo, quando
venne costruito l’anfiteatro, Thysdrus rivaleggiò con Hadumentum (la moderna
Suda) per il ruolo di seconda città romana del Nordafrica, dopo Cartagine. In
seguito a una rivolta scoppiata nel 238, le truppe romane leali all’Imperatore
Massimino Trace distrussero la città, che non venne mai ricostruita.
El Jem è famosa per il suo anfiteatro (spesso chiamato erroneamente
“Colosseo”) in grado di ospitare 35.000 spettatori seduti
Con il contributo della Fondazione Roma-Mediterraneo e il patrocinio del
Presidente della Repubblica, della Santa Sede e del Pontificio Consiglio
Justitia et Pax, l’Orchestra Sinfonica di Roma partirà il prossimo 28 giugno
per Tunisi dove parteciperà alla ventottesima edizione del Il Festival è la più
importante iniziativa musicale nella sponda inferiore del Mediterraneo. Oltre
all’Orchestra Sinfonica di Roma al Festival parteciperanno orchestre
dell’Austria, del Belgio, della Cina, dell’Egitto, della Polonia e della
Russia. Una delle orchestre arriverà a El Jem nell’ambito di una crociera della
Queen Elisabeth II un viaggio inteso come un percorso verso la Pace. L’Orchestra
Sinfonica di Roma è l’unica formazione sinfonica europea a non avere alcun
finanziamento pubblico. Creata e diretta dal Maestro Francesco La Vecchia è
sostenuta dalla Fondazione Roma-Arte Museo e da un’associazione di abbonati. Il
Festival viene coniugato con il bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi
che assume, quindi, anche le vesti di ambasciatore di Pace nel Mediterraneo.
L’Orchestra Sinfonica di Roma (che curerà il concerto iniziale e l’ultimo prima
della pausa per il Ramadan) eseguirà alcune sinfonie delle più celebri opere
del compositore, nonché anche la sinfonia concertante di Wolfgang Amadeus
Mozart e due sinfonie di Ludwig van Beethoven: la Sesta e l’Ottava.
Dopo la pausa, il 12 luglio, si esibiranno il Teatro dell’Opera di Pechino,
la Capella Taurida di San Pietroburgo, l’orchestra sinfonica della Tunisia, il
Teatro dell’Opera del Cairo e l’orchestra da ballo di Vienna (a cui è affidata
la cerimonia di chiusura).
Nessun commento:
Posta un commento