giovedì 6 giugno 2013

COME LA ‘TRISTE SCIENZA’ PUO’ SFIDARE IL CIBERTERRORISMO in Formiche mensile giugno






COME LA ‘TRISTE SCIENZA’ PUO’ SFIDARE IL CIBERTERRORISMO
Giuseppe Pennisi

Da qualche lustro si parla dei costi economici del terrorismo e si è giunti ad effettuare anche stime piuttosto affidabili. Meno noti quelli del ‘ciberterrorismo’, ossia del terrorismo che si insinua nei sistemi informatici e telematici. In un mondo in cui tutti viviamo di comunicazioni in tempo reale sul web , nonostante numerose aziende del settore (specialmente quelle che hanno sofferto per operazioni del genere) abbiano attivato siti per avvertire contro i pericoli ed i danni, esistono stime relative a singoli episodi ma non degli effetti ed impatti su sistemi economici. No mancano studi interdisciplinari condotti principalmente dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti con il supporto di politologi e sociologi. Solo di recente, poi, è stata rivolta attenzione a come la ‘triste scienza’ (la disciplina economica) possa essere uno strumento utile per sfidare il ‘ciberterrorismo’.
 In maggio,Peter Philipps della lontana Università del Queensland del Sud (agli antipodi) ha diramato una versione provvisoria di un lavoro – The Hunt for Cyber-Terrorist, La Caccia al Ciberterrista’- che uscirà tra qualche mese. Si tratta, a mia conoscenza, del primo studio in materia. E’ un lavoro teorico; occorre sempre partire dalla teoria pura dell’economia per arrivare a prescrizioni di politica economica e di politica aziendale e per affinare strategia, strumenti e misure. Phillips elabora un modello delle ‘opportunità’ che si presentano al ‘ciberterrorista’ di causare costi finanziari a individui, organizzazioni, pubbliche amministrazioni e, quindi, delle scelte che potrà fare a fronte della gamma di opportunità. Successivamente, mutuando dalla teoria dell’avversione al rischio (ampiamente utilizzata sia a livello macro-economico – per definire politiche – sia soprattutto in micro-economia, viene sviluppata una tassonomia (sulla base di una casistica di eventi concreti) le ‘preferenze rivelate’ di varie categorie di ‘ ciberterroristi ‘. Se il ‘ciberterrorismo’ è una minaccia in ascesa, queste informazioni consentano di concentrare le risorse verso la prevenzione (e la caccia) a tipologie specifiche di ‘ciberterroristi’. Il modello di ‘opportunità’ e ‘scelte’ , presentato da Phillips con una serie di esempi concreti, mostra come non solo si possono individuare i profili dei ‘ciberterroristi’ ma anche individuare il modo migliore per contrastarli.
Utile ricordare che l’’economia del ciberterrorismo’ ha radice solide nell’’”economia del terrorismo” (nel senso di sviluppo della teoria economica del terrorismo e applicazioni d’analisi economica alla prevenzione dal terrorismo) che  ha avuto il suo centro all’Università di Chicago. In tempi più recenti, l’Università della California del Sud è diventato il cenacolo Usa più importante di studi. Da un lato, grazie ad elaborati modelli esplicativi, questi studi documentano come il “terrorista razionale” cerchi risultati con vasto contenuto mediatico e comunicativo. Da un altro, le ricerche sugli “obiettivi anti-terroristi mirati” mostrano come un “anti-terrorismo a vasto raggio od a pioggia” avrebbe costi elevatissimi a fronte di risultati modesti; sono preferibili strategie di prevenzione incentrate sulla decodificazione di segnali indiretti, analoghi a quelli analizzati nella teoria economica dell’informazione e della comunicazione.
Può interessare notare che in Italia dal 2000 al 2009  sono stati tenuti presso la Scuola Nazionale  della Pubblica Amministrazione corsi e percorsi formativi d’economia dell’informazione e comunicazione . La Scuola ha anche pubblicato due volumi su questi argomenti- uno è il frutto di una conferenza internazionale tenuta presso la Reggia di Caserta in collaborazione con la Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite. Altre Scuole Superiori potrebbero considerare corsi e percorsi formativi specialistici su questi temi, anche in collaborazione con il Nato Defense College a Roma e con lo Staff College delle Nazioni Unite a Torino..



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