I teatri di Ravenna, Reggio Emilia e Firenze celebrano il centenario
dalla nascita di Britten, riprendendo un suo bel lavoro che
già ebbe molto successo a Genova e a Firenze circa tre lustri orsono:
“The Rape of Lucretia”.
In linea con quella che Britten pensava potesse essere l’opera
dell’avvenire, il lavoro ha un organico all’osso (otto cantanti e 12
professori d’orchestra), non solo per potere essere portata in tournée ma
per tracciare un percorso di teatro d’opera a basso costo.
Il tema della conquista del potere e della violenza perpetrata
sulla donna torna con forza in una vicenda mitologica della Roma
antica rievocata al fine di rappresentare orrori e violenze che
appartengono appieno al nostro Novecento e alla contemporaneità. Dobbiamo
alla musica di Britten la capacità di parlare senza retorica e con
freschezza di linguaggio di una tragedia antica, ma sempre attuale.
Presentato a Glyndebourne nel 1946, un anno dopo il fenomenale successo
di Peter Grimes, è la prima delle tre opere da camera di Britten
(come il celeberrimo "The Turn of the Screw", "Il giro di
vite", del 1954).
La messa in scena è di Daniele Abbado. Concerta Jonathan Web.
Tra i protagonisti, Julianne Young, John Daszk, Cristina
Zavalloni, Joshua Bloom, Jacques Embraille, Philip
Smith, Gabriella Sborgi, e Laura Catrani.
La partenza è il 22 marzo nel bellissimo Teatro Alighieri di Ravenna.
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