OPERA/
Monnet: ecco come la "Primavera" irrompe a Montecarlo
venerdì 15 marzo 2013
INT.
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NEWS Musica
A primavera il Principato di Monaco è più vivo che mai. Tanto che, non solo
dalla vicina Francia ma un po’ da tutto il mondo, gli appassionati della Costa
Azzurra si apprestano a passarvi le vacanze di Pasqua. Per chi ama il visivo ci
sono importanti mostre come, ad esempio, quella di Picasso coronata da una
soirée speciale all’Auditorium Grimaldi in occasione del quarantesimo
anniversario della morte del pittore. Per chi si interessa di architettura c’è
una mostra sull’urbanizzazione del piccolo Principato arroccato su un
promontorio dall’Ottocento ai giorni nostri. Per gli archeologi anche una
mostra sulla “conquista del fuoco”. Per gli sportivi, si svolge il rally
automobilistico seguito da campionati di tennis. E per chi assapora il tempo
che fu si tiene il principesco “Ballo della Rosa”.
Ma è la musica a far da padrona. Al Teatro dell’Opera, la rarissima “Amica”
di Mascagni (opera su un libretto originale in francese) e un concerto di Bryn
Terfel, nonché, all’Opera e altrove, la ventinovesima edizione del festival
internazionale, le Printemps des Arts de Monte-Carlo (La Primavera delle Arti
di Montecarlo), una rassegna di cameristica e sinfonica che si svolge nei fine
settimana dal 15 marzo in cui ogni modulo, ogni weekend, ha un suo proprio
argomento. Il direttore artistico Marc Monnet ha scelto di aprire e chiudere la
rassegna monegasca con nove concerti in programma per il primo e il quinto
weekend dedicati a Beethoven e in particolare alla esecuzione integrale delle
10 sonate per violino, delle 5 sonate per violoncello, degli 11 trii con pianoforte,
arricchiti da 3 variazioni per violoncello. Ne abbiamo parlato proprio con lui.
Quali sono le caratteristiche dell'edizione 2013?
Ogni anno il festival si rinnova a partire dal rapporto con il pubblico. In
effetti non è solo in un ufficio che viene definita la programmazione di un
festival, ma anche e soprattutto ascoltando, analizzando e constatando le
reazioni del pubblico. Ciò non significa che il festival programmi ciò che il
pubblico si aspetta, altrimenti lavoreremmo nella routine. L’obiettivo di un
festival è la scoperta. Monaco è sempre stata un faro per la creazione e per
gli artisti, da cui deriva l’ intensa vita culturale, preziosa ed essenziale
che rafforza l’immagine del Principato di Monte-Carlo nel mondo. Il 2013 sarà
quindi in continuità con le edizioni passate e vedrà un certo numero di novità.
Una regola d’oro è quella di sapersi rinnovare.
Ritratti di grandi compositori (Beethoven, Bartok), tema di riflessione
(musique dégénérée- la musica così chiamata nella Germania hitleriana, dove
venne vietata ) presenza di grandi orchestre e di grandi direttori’orchestra
europei (Mariinsky/Guergiev). Collaborazioni con le istituzioni monegasche
(Orchestre Philharmonique de Monte Carlo, Dance Forum, Académie de musique et
Académie de danse, Education nationale monégasque…) ma anche collaborazioni
regionali (Orchestre Philharmonique de Nice, Education nationale française,
villes de La Turbie et de Beaulieu sur mer), viaggio a sorpresa e, infine,
l’apertura a musiche e danze extra europee (Cambodge e Congo RDC).
Quali sono i compositori principali che danno una
direzione a questa edizione del Festival?
Il Printemps des Arts 2013 dedica un ritratto a due grandi compositori:
Beethoven (9 concerti) e Bartok (5 concerti). Cinque anni dopo la programmazione
dell’esecuzione integrale delle sonate di Beethoven, riproponiamo questo
immenso compositore, non per fare ascoltare sempre le stesse opere (sinfonie e
concerti) ma i trii e le sonate per violino e violoncello, opere magnifiche
purtroppo poco eseguite.
Quali sono i paesi omaggiati dal festival?
Sono stati inviatati due paesi al di fuori dell’Europa: la Cambogia e il
Congo. Due culture, due civiltà di cui quella millenaria khmer. E’ importante
per un pubblico sensibile alla musica il confronto con altre culture, altri
modi di organizzare il suono, la musica e la danza. Il Congo è ancora oggi un
paese molto istintivo, ha una cultura ancestrale, molto ritmata. Quest’anno
proporremo un concerto eccezionale di un’orchestra di tipo europeo, l’orchestra
kimbanguiste di Kinshasa. E’ un’orchestra meravigliosa creata nella povertà,
senza mezzi ma con una volontà fortissima di interpretare opere europee. Niente
li ferma, e soprattutto non la mancanza assoluta di mezzi. Tutto ciò ci fa pensare
alle nostre istituzioni, alle quali vengono dati sostegni importanti,
privilegio di cui ci si dimentica. La Cambogia, buddista e millenaria, ha
subito l’influenza dell’India. La sua musica molto varia che spazia dalla
quella di corte, a quella religiosa e popolare è molto raffinata. La loro
concezione del tempo è molto differente dalla nostra, ciò che ci sorprende
probabilmente… In ogni caso ascoltare queste musiche porterà a felici scoperte.
(Giuseppe Pennisi)
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